All’interno della nota stampa si legge anche che la tipologia didattica di cui in oggetto in realtà richieda una maggiore tempistica rispetto a quella necessaria in presenza. Non solo, ma il sindacato precisa anche che “in base a quanto sancito dal contratto nazionale di lavoro (CCNL), eventuali recuperi orari sono da effettuarsi soltanto se deliberati dal Collegio dei Docenti”, al solo fine didattico.
In buona sostanza, se dovesse avere luogo necessariamente un recupero di orario, sarà il Collegio dei Docenti a doverlo deliberare su proposta del Dirigente Scolastico o di qualche docente. In realtà però, sembrerebbe strano che questo organo collegiale possa andare contro se stesso.
Risulterebbe paradossale infatti che i docenti decidano a cuor leggero un recupero di orario delle attività didattiche in presenza, dopo il grande lavoro effettuato in questi mesi dagli stessi a causa delle restrizioni imposte dal Governo per cause di forza maggiore, motivo rappresentato appunto dalla pandemia in corso da Covid-19.
“Ci risulta che in Sicilia alcuni dirigenti scolastici stiano subendo pressioni da parte degli uffici amministrativi periferici affinché le riduzioni delle ore di lezione dovute all´emergenza da Covid-19 vengano recuperate con ulteriori attività da svolgere ai terminali informatici. Ebbene, a prescindere dal fatto che la didattica a distanza richieda un tempo di lavoro ben superiore rispetto a quello impiegato in presenza, occorre ricordare che, in base a quanto sancito dal contratto nazionale di lavoro, eventuali recuperi orari sono da effettuarsi soltanto se deliberati dal collegio dei docenti per motivi didattici. Nessun recupero, infatti, è previsto nei casi in cui le decurtazioni orarie siano state stabilite per cause di forza maggiore in seno al consiglio di istituto. E fino a prova contraria, la pandemia in corso non può che essere classificata come una causa di forza maggiore“.