La proposta messa in campo da Alessandro Giannelli, Presidente dell’ANP, durante un’intervista sul “Corriere della Sera” circa l’utilizzo della DAD una volta a settimana (il sabato), sta facendo discutere il mondo della scuola. La misura – spiega il leader dell’Associazione Nazionale Presidi – servirebbe ad arginare la grave crisi energetica che il nostro Paese sta vivendo e che in autunno si troverà a vivere con tutte le implicazioni annesse.
DAD contro lo spreco energetico: una proposta dell’Associazione Nazionale Presidi
Giannelli, analizzando le possibili soluzioni su questo problema, ritiene più adeguato e anche fattibile la proposta di riportare in auge al DAD con i vantaggi economici che essa comporta per le amministrazioni locali e per le scuole stesse, visto che in questo momento di crisi energetica per la Nazione. A tal proposito, lo stesso Giannelli dichiara: “Non si può diminuire il tempo di scuola. Se però c’è un’emergenza nazionale il governo e il Parlamento potrebbero imporre una soluzione temporanea a tutte le scuole“.
Ma cosa prevede, nello specifico, la proposta del presidente dell’ANP? Si tratterebbe nello specifico di lasciare invariato l’attuale orario didattico settimanale, ma il sabato le lezioni si svolgerebbero in DaD, considerando il tutto come una soluzione momentanea, almeno per il periodo invernale.
La settimana corta (5 giorni) per evitare il ritorno alla DAD
Questa soluzione sarebbe una valida controproposta ad alcune misure prospettate da molte Istituzioni Scolastiche del Paese, le quali vorrebbero ‘spalmare’ in cinque giorni il monte orario settimanale, al fine di lasciare libero il sabato al personale scolastico e agli studenti. In pratica, il monte ore settimanali verrebbe distribuito su cinque giorni a settimana, in luogo delle attuali sei giornate.
Il problema non è di poco conto, visto che molte località del Paese sono legate agli orari dei trasporti pubblici e a tutte le dinamiche ad asse collegate. Altre iniziative sono state elencate dallo stesso Giannelli, come quella di “accorciare gli orari della singola lezione, da 60 a 50 minuti”. Secondo il Presidente Nazionale dei Presidi questa possibilità non sarebbe fattibile, proprio per le criticità sopra dette e legate ai servizi di trasporto pubblico.
Le due condizioni imprescindibili secondo Giannelli, affinché si adotti la DAD contro il caro energia: occorre un Piano Nazionale
Per ottenere la giusta opzione, spiega infine Giannelli, occorre che siano rispettate due condizioni: “Che si imposti un orario adeguato, escludendo ad esempio i laboratori e l’educazione fisica dal giorno in DAD, e che siano tutti gli istituti a farlo, così come per la questione riscaldamenti”. La soluzione dunque? “Un piano nazionale che valga per tutti. Non può essere che una singola scuola contribuisca a contenere la crisi energetica e un’altra no“.
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