Su questo versante tutti gli interventi normativi finora ‘sfornati’ dal governo hanno un punto in comune: il ricorso a questa modalità è legata indissolubilmente all’emergenza Covid-19. Di fatto, l’adozione di questo metodo didattico, con tutti gli strumenti multimediali ad essa collegata, ha avuto come ‘motore propulsore’ la contingenza della situazione emergenziale. A sancire tutto questo l’articolo 2, comma 3 della Legge n.41/2020. Non solo, ma al comma 3 ter del medesimo dispositivo normativo si prevede che nel caso in cui dovesse perdurare lo stato di emergenza Covid-19, “le modalità di adempimento per i docenti dovranno essere regolati mediante apposito accordo contrattuale integrativo stipulato con i sindacati”. Il testo normativo inoltre precisa che “l’accordo non stabilisce nuovi oneri, cioè non necessita di stanziamenti aggiuntivi”.
In poche parole, nessun compenso accessorio o nessun aumento contrattuale sarà previsto per il personale coinvolto nella DaD. A voi dunque le conclusioni!
La stessa ministra Azzolina in quasi tutti i suoi interventi ha sottolineato come sia necessario regolamentare la formazione a distanza, facendola diventare complementare alla didattica tradizionale e non sostitutiva a quest’ultima, così come è accaduto nell’ultima parte dell’anno scolastico che sta terminando.
Dopo queste premesse, ci si chiede dunque se davvero il Ministero intenderà rivedere e aggiornare il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo, anche e soprattutto dal punto di vista economico mediante la revisione (in positivo) dei compensi stipendiali degli insegnanti.