Se al Visconti la protesta si è limitata all’occupazione degli spazi scolastici, al Liceo Virgilio si è verificata una reazione significativa da parte di docenti, genitori e studenti contrari alla mobilitazione. La dirigente scolastica, Isabella Palagi, ha convocato un Collegio dei docenti d’urgenza per discutere la situazione, promuovendo una “contro-occupazione” pacifica.
La mobilitazione dei contrari culminerà in una manifestazione di protesta prevista per lunedì 2 dicembre, alle ore 9:30, in Piazza Santi Apostoli. Questo episodio evidenzia come le occupazioni non trovino consenso unanime all’interno della comunità scolastica e quanto possano generare divisioni profonde.
L’occupazione del Liceo Visconti si inserisce in una serie di proteste che hanno caratterizzato il panorama scolastico romano nell’autunno del 2024. La prima occupazione si è verificata al Liceo Gullace, conclusasi tragicamente con due incendi che hanno causato danni per oltre 2 milioni di euro. Successivamente, è stata la volta del Liceo Pilo Albertelli, dove la protesta si è trasformata in autogestione grazie alla mediazione della dirigente scolastica Rosa Palmieri.
Proteste analoghe si sono registrate al Liceo Artistico Enzo Rossi, dove il preside Enrico Battisti ha denunciato episodi di vandalismo che hanno causato danni materiali per 20 mila euro. Oltre al danno economico, Battisti ha sottolineato il “danno morale” subito dalla comunità scolastica, definendo l’accaduto come una “profanazione di un luogo di cultura”.
Le occupazioni hanno poi coinvolto il Plinio Seniore, il Cavour, il Virgilio e, infine, il Visconti, a testimonianza di un movimento che si sta ampliando a macchia d’olio.
Le occupazioni rappresentano un momento di forte espressione politica per gli studenti, ma sollevano anche questioni critiche. Da un lato, denunciano un malessere crescente nei confronti delle istituzioni scolastiche e delle politiche governative. Dall’altro, gli episodi di vandalismo e i danni materiali mettono in discussione l’efficacia e la legittimità di queste azioni.
Il coinvolgimento di sindacati e organizzazioni studentesche evidenzia come queste proteste siano parte di una mobilitazione più ampia contro la legge di bilancio e altre questioni politiche. Tuttavia, la divisione all’interno delle scuole tra occupanti e contrari dimostra che non tutti gli studenti condividono gli stessi obiettivi o metodi.
Con le manifestazioni già programmate per il 13 e 14 dicembre, si prevede che la tensione rimarrà alta, mentre la città di Roma si prepara a gestire una fase complessa di dialogo e confronto tra studenti, dirigenti scolastici e istituzioni.