“Un incremento degli studenti in dad è inevitabile – sostiene il Presidente Giannelli – basta un solo alunno positivo in aula, a meno che l’Asl non effettui un tracciamento e decida di mettere in isolamento solo i ragazzi che hanno avuto contatti più stretti con lo studente positivo al Covid”.
Per Giannelli, dunque, il quadro generale dei contagi e delle quarantene è destinato a salire, così com’è avvenuto l’anno scorso nello stesso periodo. Il suo auspicio è quello che “vengano messi in quarantena meno alunni possibili per un periodo di tempo inferiore”.
In questo momento però la procedura di quarantena prevede che se ad essere contagiato è un alunno vaccinato, il periodo di isolamento dura solamente 7 giorni. Cosa diversa invece se ad essere contagiato è uno studente non vaccinato: in questo caso il periodo di quarantena dura ben 10 giorni. 14 giorni, infine, sono quelli previsti per chi si rifiuta di effettuare un tampone di controllo. Questa diversificazione – precisa il Presidente ANP – provocherà per i docenti parecchi disagi per quanto concerne la gestione della Dad.
Ecco le principali preoccupazioni di Giannelli quando prospetta un aggravio dei disagi per più di nove mesi per le Dirigenze Scolastiche e per il personale scolastico delle oltre 8.000 istituzioni scolastiche del Paese.
Diventa indispensabile dunque trovare delle valide soluzioni al problema. Da questo punto di vista Giannelli suggerisce per esempio di adottare un sistema simile al modello tedesco. Si tratta delle cosiddette ‘micro bolle’, un sistema che lascerebbe a casa solo l’alunno infetto dal Covid e solamente i suoi contatti stretti, ma non tutta la classe. Tuttavia, questo metodo per i virologi potrebbe rappresentare un rischio troppo pericoloso per la propagazione dei contagi tra i più piccoli.
Al momento quindi l’unica soluzione da adottare sarebbe quella di lasciare in dad tutta la classe, solo la classe dell’alunno contagiato. In questo modo si eviterebbe di chiudere l’intero istituto (anche se questa evenienza non è affatto esclusa). La conseguenza però, nonostante sia la meno gravosa rispetto a quanto accadeva l’anno scorso, complicherà di molto il lavoro oltre che l’attività didattica dei docenti che dovranno cambiare di frequente la loro modalità di insegnamento.