Il sistema educativo italiano, in particolare per gli istituti professionali, si basa su un orientamento che spesso rispecchia le disuguaglianze socio-economiche. Gli studenti che provengono da famiglie con risorse limitate vengono orientati verso percorsi più brevi, con l’obiettivo di inserirsi rapidamente nel mondo del lavoro. In questo modo, il sistema educativo contribuisce a mantenere e amplificare le disuguaglianze invece di offrirvi opportunità per una crescita intellettuale e personale. Come scriveva Henry Giroux, le scuole incarnano tanto l’ideologia dominante quanto la possibilità di resistenza e di cambiamento. Eppure, oggi sembra prevalere la prima.
La filiera tecnologico-professionale 4+2 promette di preparare gli studenti con competenze tecnologiche richieste dal mercato del lavoro, ma la realtà è che molti di questi giovani si ritrovano a fronteggiare una bassa occupabilità, con stipendi contenuti e scarse opportunità di crescita. Il governo si concentra su una preparazione rapida, senza investire veramente in un sistema che possa colmare il divario tra i giovani e le opportunità. Il modello 4+2 rischia però di far diventare il sistema educativo italiano un acceleratore di disuguaglianze, invece che uno strumento per offrire a tutti gli studenti pari opportunità di realizzazione e successo.