Il ritardo è legato principalmente alla mancata emanazione del decreto previsto dal DL 71/2004, convertito in legge il 29 luglio scorso. Questo documento avrebbe dovuto definire i dettagli chiave dei corsi, tra cui:
Il decreto, previsto entro un mese dalla conversione della legge, non è mai stato pubblicato. L’ultima novità risale alla ricostituzione dell’Osservatorio per l’Inclusione Scolastica, ma non sono seguiti ulteriori sviluppi.
Con il 2025 alle porte, i tempi per avviare e completare i corsi entro la data stabilita sembrano sempre più stretti. Il Ministero dell’Istruzione deve formare tra i 60.000 e i 70.000 docenti privi di specializzazione, un’impresa complessa che potrebbe slittare ulteriormente.
Una delle ipotesi più concrete è che la scadenza venga inserita nel prossimo “decreto milleproroghe”, spostando l’obiettivo finale al 2026. Questo rinvio rappresenterebbe un sollievo per molti, ma evidenzia ancora una volta le difficoltà organizzative e le incertezze nel settore scolastico.
Il futuro dei corsi Indire 30 CFU rimane incerto, e la possibilità di un rinvio appare sempre più concreta. Tuttavia, il ritardo nella loro attuazione rischia di penalizzare sia i docenti precari, che attendono una soluzione per stabilizzare la loro carriera, sia l’intero sistema educativo, che necessita urgentemente di personale qualificato per il sostegno. Restano da monitorare gli sviluppi legislativi e le decisioni del governo nelle prossime settimane.