Home Attualità Salute Coronavirus, lo studio sulla DaD: “A rischio salute e comportamento adolescenti”

Coronavirus, lo studio sulla DaD: “A rischio salute e comportamento adolescenti”

Ecco i sorprendenti dati relativi ad uno studio scientifico australiano sulla didattica a distanza causata dall'emergenza Coronavirus. A rischio lo stato emozionale dei piccoli studenti

Salute

L’allarme Coronavirus con la conseguente reclusione forzata di miliardi di persone sta comportando – almeno questo è quello che sostengono gli esperti – la più grande sperimentazione didattica educativa della storia.

Inizia con questa dissertazione uno studio scientifico, condotto dal Gonski Institute for Education dell’University of New South Wales (Australia) sull’uso della didattica a distanza e sui rischi legati alla salute dei suoi maggiori fruitori, ovvero i giovani studenti. La premessa anticipa una verità allarmante: la modalità di apprendimento a distanza, non solo impatta sulla salute dei giovani alunni, ma può determinare un aumento dei loro problemi comportamentali.

L’emergenza Coronavirus e la Didattica a Distanza: uno studio scientifico mette a nudo tutte le falle della più grande ‘sperimentazione’ didattica della storia

“Spesso i giovani studenti, i fruitori delle video lezioni sincrone, sono troppo distratti“. Questo è uno dei passaggi contenuti all’interno dello studio. Lo sono per via dell’eccessivo lasso di tempo che ogni giorno trascorrono davanti allo schermo dei loro computer o dei loro smartphone. Certo, gran parte di questo tempo lo passano non “solo” per studiare, ma anche per le loro incredibili performance sulle varie piattaforme per videogiochi. La lezione a distanza diventa quasi un modo lecito per distrarsi.

Lo sconcertante studio dimostra anche come stare immersi per intere giornate sul mondo digitale e sugli schermi (le finestre in cui ci si affaccia in questo mondo) fa si che le ore di sonno dei ragazzi si riducano drasticamente; sovente quelle poche ore in cui si dorme sono anche di scarsa qualità. I principali ricettori in negativo di questo trend sono proprio gli adolescenti e peggio ancora i bambini. Insomma, quello che si mette a rischio è la loro salute fisica oltre che mentale. Parliamo di un’intera generazione di giovani studenti (la generazione Covid-19).

Purtroppo, non ci sono altre varianti a tutto questo. La sperimentazione che stiamo vivendo, attraverso il trasferimento del sapere tramite il web ha un buon sapore di ottimismo e di fiducia. Si è sempre più convinti che tutto quello che si sta facendo abbia molto senso. Ma è davvero così?

Lo studio scientifico australiano, intitolato “Growing Up Digital”, sta via via dimostrando tutto il contrario di questa tesi. Attraverso queste modalità si nasconde qualcosa di grave e pericoloso per la salute dei più piccoli. I risultati sembrano allarmanti, dimostrando che l’uso incontrollato della tecnologia impatti negativamente sulla salute fisica e mentale dei piccoli studenti.

Questo studio sulla scuola digitale (che non ha confini e nazionalità anche se è stato condotto in Australia) dovrebbe essere il primo di una lunga serie. A dichiararlo è il Prof. Pasi Sahlberg, coautore del rapporto condotto dallo staff del Gonsku Institute. Quello che si evince è allarmante: la situazione potrebbe repentinamente peggiorare, risultando persino imprevedibile capire quali possano essere nel prossimo ed imminente futuro le reazioni dei più giovani a tutto questo stress innescato nelle loro piccole menti.

I contenuti del report sullo studio scientifico australiano: “la situazione è allarmante, a rischio lo stato emozionale empatico dei più piccoli”

Si tratta di una sperimentazione per i nostri figli, afferma Sahlberg. Una sperimentazione senza che sia stato condotto prima uno studio che appurasse la sua fattibilità senza andare in contro a rischi concreti. E questo report adesso è a disposizione di tutti, a cose fatte però. La ricerca/statistica ha visto coinvolti più di 1900 intervistati, appartenenti ai diversi ruoli degli istituti scolastici australiani (istituti pubblici e privati). Tra questi: gli insegnanti, i presidi e anche il personale scolastico.

Il 59% degli intervistati dichiara che “è enormemente aumentato il numero di studenti troppo stanchi per apprendere”, con l’aumento esponenziale di problemi legati al loro comportamento e alle loro abitudini. Ecco alcune frasi estrapolate dal rapporto: «La digitalizzazione è diventata una forte distrazione dall’imparare e gli studenti sono meno capaci di concentrarsi sui compiti e lo studio. Ricorrono troppo spesso agli assistenti digitali di Apple e Android per trovare risposte alle domande e si distraggono con i videogiochi“.

E poi ci sono anche coloro i quali vedono in tutta questa frenetica attività a distanza anche uno scompenso di opportunità tra gli stessi fruitori. Preoccupazione e allarme è dimostrato, attraverso le risposte degli insegnanti intervistati, per gli studenti che non hanno libero accesso agli ausili didattici/informatici, determinando per questo motivo uno svantaggio e una ghettizzazione tra gli alunni mai visti prima. Nel report, infine, si fa cenno alla preoccupazione del tempo “eccessivo davanti allo schermo”, il quale potrebbe provocare un deficit del sonno e che potrebbe “aggravare il rischio di ansia e depressione”, oltre che far incrementare il numero di studenti con “problemi emotivi, sociali e comportamentali”, riducendo drasticamente anche lo stato emozionale empatico.

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