Lo sconcertante studio dimostra anche come stare immersi per intere giornate sul mondo digitale e sugli schermi (le finestre in cui ci si affaccia in questo mondo) fa si che le ore di sonno dei ragazzi si riducano drasticamente; sovente quelle poche ore in cui si dorme sono anche di scarsa qualità. I principali ricettori in negativo di questo trend sono proprio gli adolescenti e peggio ancora i bambini. Insomma, quello che si mette a rischio è la loro salute fisica oltre che mentale. Parliamo di un’intera generazione di giovani studenti (la generazione Covid-19).
Purtroppo, non ci sono altre varianti a tutto questo. La sperimentazione che stiamo vivendo, attraverso il trasferimento del sapere tramite il web ha un buon sapore di ottimismo e di fiducia. Si è sempre più convinti che tutto quello che si sta facendo abbia molto senso. Ma è davvero così?
Lo studio scientifico australiano, intitolato “Growing Up Digital”, sta via via dimostrando tutto il contrario di questa tesi. Attraverso queste modalità si nasconde qualcosa di grave e pericoloso per la salute dei più piccoli. I risultati sembrano allarmanti, dimostrando che l’uso incontrollato della tecnologia impatti negativamente sulla salute fisica e mentale dei piccoli studenti.
Questo studio sulla scuola digitale (che non ha confini e nazionalità anche se è stato condotto in Australia) dovrebbe essere il primo di una lunga serie. A dichiararlo è il Prof. Pasi Sahlberg, coautore del rapporto condotto dallo staff del Gonsku Institute. Quello che si evince è allarmante: la situazione potrebbe repentinamente peggiorare, risultando persino imprevedibile capire quali possano essere nel prossimo ed imminente futuro le reazioni dei più giovani a tutto questo stress innescato nelle loro piccole menti.
Si tratta di una sperimentazione per i nostri figli, afferma Sahlberg. Una sperimentazione senza che sia stato condotto prima uno studio che appurasse la sua fattibilità senza andare in contro a rischi concreti. E questo report adesso è a disposizione di tutti, a cose fatte però. La ricerca/statistica ha visto coinvolti più di 1900 intervistati, appartenenti ai diversi ruoli degli istituti scolastici australiani (istituti pubblici e privati). Tra questi: gli insegnanti, i presidi e anche il personale scolastico.
Il 59% degli intervistati dichiara che “è enormemente aumentato il numero di studenti troppo stanchi per apprendere”, con l’aumento esponenziale di problemi legati al loro comportamento e alle loro abitudini. Ecco alcune frasi estrapolate dal rapporto: «La digitalizzazione è diventata una forte distrazione dall’imparare e gli studenti sono meno capaci di concentrarsi sui compiti e lo studio. Ricorrono troppo spesso agli assistenti digitali di Apple e Android per trovare risposte alle domande e si distraggono con i videogiochi“.
E poi ci sono anche coloro i quali vedono in tutta questa frenetica attività a distanza anche uno scompenso di opportunità tra gli stessi fruitori. Preoccupazione e allarme è dimostrato, attraverso le risposte degli insegnanti intervistati, per gli studenti che non hanno libero accesso agli ausili didattici/informatici, determinando per questo motivo uno svantaggio e una ghettizzazione tra gli alunni mai visti prima. Nel report, infine, si fa cenno alla preoccupazione del tempo “eccessivo davanti allo schermo”, il quale potrebbe provocare un deficit del sonno e che potrebbe “aggravare il rischio di ansia e depressione”, oltre che far incrementare il numero di studenti con “problemi emotivi, sociali e comportamentali”, riducendo drasticamente anche lo stato emozionale empatico.