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Congedo mestruale: la proposta della Consulta degli studenti di Potenza

La Consulta degli studenti di Potenza propone il congedo mestruale per le studentesse, con assenze giustificate fino a 3 giorni al mese senza penalizzazioni.

congedo mestruale

La Consulta provinciale degli studenti di Potenza ha avanzato una proposta innovativa per introdurre il congedo mestruale nelle scuole superiori. Presentata il 10 marzo 2025, l’iniziativa mira a garantire alle studentesse affette da patologie mestruali certificate il diritto di assentarsi fino a tre giorni al mese senza che queste assenze incidano sulla validità dell’anno scolastico.

Un impegno per la parità di genere

La proposta ha ottenuto il voto unanime della Consulta, sottolineando il forte sostegno da parte degli studenti della provincia. Il Presidente della Consulta, Italo Marsico, ha ribadito l’importanza di questa misura, considerandola un passo avanti nel garantire il benessere delle studentesse e nel promuovere la parità di genere.

Anche la Consigliera di Parità della Provincia di Potenza, Simona Bonito, ha appoggiato l’iniziativa, definendola un esempio concreto di tutela dei diritti femminili nel contesto scolastico. Durante la premiazione “Semi di futuro”, la Consulta è stata riconosciuta come un modello di innovazione e cambiamento sociale.

Il ruolo dei consigli d’istituto

Affinché il congedo mestruale diventi realtà, il regolamento dovrà essere approvato dai singoli consigli d’istituto delle scuole superiori della provincia. Ogni istituto avrà la responsabilità di valutare e deliberare sulla sua applicazione, determinando se integrare la misura all’interno del proprio regolamento scolastico.

Un’iniziativa che guarda al futuro

Questa proposta si inserisce in un più ampio dibattito sulla necessità di riconoscere e tutelare le esigenze fisiologiche delle studentesse. Il congedo mestruale rappresenta un segnale di attenzione verso il benessere degli studenti e potrebbe aprire la strada a iniziative simili in altre province italiane. L’attenzione ora si sposta sulle decisioni dei singoli istituti, che avranno l’ultima parola sull’adozione del provvedimento.

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