giovedì, 20 Febbraio 2025
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Condannato ex bidello per falso titolo di studio: risarcimento di 23mila euro

Ex bidello condannato per danno erariale, a causa di un titolo di studio falso. La Corte dei Conti lo obbliga a risarcire oltre 23mila euro.

Un caso di falso titolo di studio ha portato un ex collaboratore scolastico a una condanna per danno erariale. La Corte dei Conti della Lombardia ha obbligato un 60enne di Pagani a risarcire oltre 23mila euro, dopo aver scoperto che il documento che gli aveva permesso di inserirsi nelle graduatorie del personale ATA era falsificato. L’indagine ha messo in luce una serie di irregolarità che coinvolgono il sistema di accesso agli incarichi nella pubblica amministrazione, aprendo uno scenario più ampio che riguarda il controllo dei titoli di studio nel settore pubblico.

Il titolo di studio falso e la carriera scolastica compromessa

Nel periodo che va dal 2019 al 2022, l’uomo aveva lavorato come collaboratore scolastico nelle scuole lombarde, ma a sua insaputa, il titolo che aveva presentato per accedere alla graduatoria si rivelò essere falso. Il documento attestava il conseguimento di una qualifica presso un istituto paritario del Cilento, ma in seguito alle verifiche è emerso che il titolo apparteneva a un altro istituto. Inoltre, l’esame necessario per il rilascio della qualifica non era mai stato svolto, rendendo il titolo stesso del tutto invalido.

Il danno erariale e la condanna della Corte dei Conti

La Corte dei Conti ha riscontrato un danno erariale derivante dall’ingresso del collaboratore scolastico nelle graduatorie del personale ATA, dove il suo falso titolo di studio gli ha permesso di lavorare in diverse scuole. L’importo inizialmente richiesto per il risarcimento era di circa 46.000 euro, ma dopo una valutazione del caso, la Corte ha deciso di ridurre il danno a oltre 23.000 euro. La riduzione è avvenuta tenendo conto del fatto che, sebbene l’uomo non avesse i requisiti formativi necessari, aveva comunque svolto il suo lavoro in diverse scuole, portando un contributo parziale alla gestione amministrativa.

Un fenomeno più ampio: il controllo del titolo di studio falsificati

Questo caso si inserisce in un contesto di controllo più ampio avviato dalla Corte dei Conti in diverse regioni italiane, tra cui Lombardia e Campania, volto a verificare la validità dei titoli di studio allegati alle domande per l’inserimento nelle graduatorie scolastiche e nel personale amministrativo. Infatti, nelle scorse settimane, altre indagini hanno coinvolto ex collaboratori scolastici provenienti da Siano e Nocera Inferiore, risultati anch’essi essere coinvolti in episodi simili, seppur con risarcimenti inferiori, a causa della durata del loro servizio.

Riflessioni sul sistema di controllo dei titoli di studio

La vicenda solleva interrogativi sulle procedure di verifica dei titoli di studio presentati per l’accesso agli incarichi pubblici, specialmente per i posti più bassi della graduatoria. L’adozione di pratiche più rigorose nella valutazione dei documenti allegati potrebbe prevenire ulteriori irregolarità e danni erariali, tutelando l’integrità del sistema pubblico. La condanna dell’ex collaboratore scolastico evidenzia anche l’importanza di un monitoraggio costante e di un’efficace azione di controllo contro la falsificazione dei titoli, che resta una minaccia per la trasparenza e l’equità del settore pubblico.

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