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Concorso scuola PNRR3: regole, novità e rischi per i docenti preparati

Le novità del concorso scuola PNRR3: 19mila posti, nuovi criteri di selezione e rischi di esclusione per i docenti preparati.

concorso Pnrr3

Il 31 dicembre 2024 segnerà la fine della fase transitoria della riforma del reclutamento docenti. Dal 2025 entrerà in vigore il sistema ordinario, che includerà il concorso scuola PNRR3. Questo nuovo bando prevede l’eliminazione di requisiti come la laurea con 24 CFU e il diploma ITP. Le novità introdotte nei precedenti concorsi PNRR1 e PNRR2 lasciano spazio ad ulteriori aggiornamenti normativi per il prossimo ciclo, che metterà a disposizione circa 19.000 posti, con dettagli ancora in attesa di conferma.

PNRR3: nuove regole e posti disponibili

Il concorso PNRR3 introdurrà regole già testate nel PNRR2, come il limite di candidati ammessi agli orali, fissato a tre volte il numero dei posti disponibili per ogni classe di concorso o tipologia. Solo i candidati con un punteggio minimo di 70 potranno accedere all’orale, garantendo una selezione più ristretta. Il ministero punta a velocizzare le procedure per assegnare i ruoli entro luglio 2026, in vista dell’anno scolastico 2025/26, mantenendo al contempo alti standard di qualità.

Rischio esclusione per i docenti preparati

Il PNRR1 ha mostrato percentuali di promossi troppo elevate, come l’80% per infanzia e primaria e l’87% per la secondaria. Per risolvere questa criticità, il PNRR3 introdurrà uno sbarramento numerico più selettivo. Tuttavia, questa scelta rischia di escludere docenti preparati, soprattutto in classi di concorso con pochi posti disponibili. Ottenere il punteggio minimo allo scritto potrebbe non bastare per accedere all’orale, penalizzando molti candidati validi.

Obiettivi del ministero: una procedura più snella

Il ministero mira a concludere rapidamente le operazioni per garantire l’organizzazione del prossimo concorso scuola. La semplificazione delle procedure, ottenuta con un numero ridotto di ammessi agli orali, rappresenta una priorità. Tuttavia, resta centrale la sfida di trovare un equilibrio tra efficienza e meritocrazia, evitando di sacrificare docenti qualificati in nome della rapidità.

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