Il concorso scuola Pnrr 2023, indetto per reclutare migliaia di nuovi docenti nelle scuole italiane, ha scatenato una bufera che ha coinvolto docenti, Ministero dell’Istruzione e opposizione. Il malcontento riguarda principalmente la gestione delle graduatorie, con errori nei punteggi, nelle riserve e la mancata pubblicazione di una graduatoria di merito per gli idonei.
La lamentela dei docenti: esclusi senza spiegazioni
I docenti che hanno superato le prove del concorso, ottenendo il punteggio minimo per l’ammissione, si sono trovati in una situazione di incertezza. Mentre il bando prevede due graduatorie – una di merito e una dei vincitori – il Ministero ha pubblicato solo la seconda. Questo ha escluso migliaia di insegnanti che, pur avendo ottenuto ottimi punteggi, non sono risultati vincitori. In molti hanno ricevuto il risultato in privato, ma senza una chiara visibilità su dove si collocano rispetto agli altri idonei.
Il Ministero risponde con lo ‘scaricabarile’
Le polemiche sono esplose in Parlamento, dove l’opposizione, con il Partito Democratico in testa, ha chiesto maggiore trasparenza. Tuttavia, il Ministero ha replicato che non esiste l’obbligo di pubblicare due graduatorie e ha scaricato la responsabilità su una norma del governo precedente. La sottosegretaria Paola Frassinetti ha affermato che il Ministero sta valutando con la Commissione Europea la possibilità di rivedere la posizione degli idonei, ma non ha ancora dato certezza su una possibile pubblicazione della graduatoria di merito.
Proteste e richieste di chiarimenti sul concorso
Dopo questa risposta, i docenti hanno manifestato rabbia. “È una presa in giro”, dicono, accusando il Ministero di aver promesso la pubblicazione della graduatoria di merito come una formalità amministrativa, promessa mai mantenuta. Inoltre, i docenti si sono rivolti anche agli Uffici Scolastici Regionali, scoprendo che alcuni, come quelli del Piemonte e della Campania, ammettono l’esistenza di una lista degli idonei, seppur con la dicitura “Elenco non graduato”. Questo ha alimentato il sospetto che la mancata pubblicazione delle graduatorie stia limitando le assunzioni stabili.
Il bando del concorso e la confusione nelle regole
Le polemiche si complicano con l’ambiguità del bando di concorso, che cita sia le “graduatorie di merito” che quelle dei “vincitori” senza spiegare chiaramente la differenza tra le due. L’articolo 9 del bando parla di graduatorie regionali di merito, ma subito dopo fa riferimento solo ai vincitori, creando confusione. Non è chiaro come il Ministero possa attingere agli idonei senza una lista separata, come prevede il bando stesso.
Errori nell’algoritmo: la perdita di fiducia
Gli insegnanti denunciano anche errori tecnici gravi nell’elaborazione delle graduatorie, dovuti a un algoritmo ministeriale impreciso. Diverse anomalie, tra cui l’assegnazione di riserve in modo errato, hanno costretto gli Uffici Scolastici Regionali a ripubblicare le graduatorie. In alcuni casi, il limite del 50% per i posti riservati è stato superato, e sono emersi problemi con l’assegnazione di riserve a chi non aveva i requisiti.
La domanda che resta sospesa
Gli idonei si chiedono perché, se il bando prevede entrambe le graduatorie, il Ministero pubblica solo quella dei vincitori. E la risposta, per ora, rimane nell’incertezza, alimentando il malcontento e le proteste di migliaia di insegnanti che si sentono vittime di una gestione poco chiara e di una mancata trasparenza.
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