La prova pratica, in particolare, è stata strutturata con tre giornate d’esame e ha richiesto un significativo impegno nella valutazione di 90 elaborati. Nonostante la mole di lavoro, i compensi finali sono stati ridotti in base a un’interpretazione regionale che ha considerato la prova scritta assente, malgrado la presenza di componenti grafiche e scritte nelle prove pratiche.
Con il concorso PNRR2, il Ministero ha introdotto una novità per la selezione dei candidati: solo un numero pari a tre volte i posti disponibili sarà ammesso alla prova orale, purché venga raggiunto un punteggio minimo di 70 su 100. Questo limite riduce il numero di partecipanti nelle fasi successive, il che potrebbe alleggerire il carico di lavoro delle commissioni rispetto al PNRR1.
Tuttavia, questa razionalizzazione è bilanciata da una nuova organizzazione regionale. Le commissioni esaminatrici vedranno l’aggregazione di candidati provenienti da più regioni, una scelta volta a ottimizzare i costi, ma che rischia di aumentare la complessità gestionale. Nonostante il numero ridotto di candidati per alcune classi di concorso, l’organizzazione generale del concorso docenti PNRR 2 continua a sollevare interrogativi tra i docenti, in particolare per la mancanza di esonero dal servizio durante l’incarico, che si traduce in stanchezza e minore adesione.
I compensi per i commissari dei concorsi PNRR sono regolati dal DM n. 8 del 19 gennaio 2024, che prevede un compenso base di 1.600 euro per commissari di concorsi relativi a docenti della scuola primaria e personale ATA di area B e 1.800 euro per commissari di concorsi relativi a docenti laureati delle scuole secondarie.
Per la prova orale e pratica, è previsto un compenso aggiuntivo proporzionale al numero di candidati. Tuttavia, nel caso del PNRR1, i commissari denunciano che il compenso è stato ridotto al 60% per le procedure con correzione automatizzata degli elaborati, nonostante l’impegno richiesto fosse comparabile a quello delle prove tradizionali.
La protesta dei commissari solleva dubbi sulla sostenibilità dell’attuale sistema. La decurtazione dei compensi, unita alla mancanza di esonero dal servizio, potrebbe scoraggiare ulteriormente la partecipazione di insegnanti qualificati, mettendo a rischio la qualità delle valutazioni. Il Ministero, da parte sua, dovrà affrontare queste criticità per garantire che i futuri concorsi siano gestiti in modo equo e trasparente, valorizzando adeguatamente il lavoro svolto dai commissari e incentivando la loro partecipazione.