Concorsi per titolo e vincolo quinquennale: ecco le nuove regole del reclutamento degli insegnanti italiani. Queste, secondo il ministro Marco Bussetti, sono le novità più importanti che riguarderanno il nuovo reclutamento futuro dei docenti da impiegare nella scuola pubblica italiana. Lo dichiara in un articolo sulla stampa quest’oggi il titolare del Dicastero di Viale Trastevere. Bussetti, senza giri di parole, lancia la sua idea di scuola moderna e soprattutto giovane.
Concorsi regionali e vincolo quinquennale: il tutto per svecchiare la scuola e assicurare continuità didattica
I docenti avranno solo un’unica strada per entrare nei ruoli dello Stato ai fini dell’insegnamento, dichiara il ministro. Secondo lo stesso, basterebbe il titolo di laurea e il superamento di un regolare concorso (su base regionale). Sottolinea, infatti, che a differenza del passato l’indizione dei concorsi sarà funzione delle reali necessità di ogni singola regione. Non più quello che è avvenuto in passato, quando venivano indetti concorsi e per anni si aspettava per essere assunti, andando ad infittire le lunghe graduatorie di merito.
Vincolo quinquennale sul posto in cui si è vinto il Concorso: la fine del potere sindacale?
Per quanto concerne poi il diritto dei docenti di ruolo di ritornare nelle proprie sedi di residenza, il responsabile del Miur non ha dubbi: “Sarà congelata la mobilità annuale attraverso un vincolo quinquennale. Si rimarrà sul posto in cui si è vinto il concorso per almeno 5 anni”. Questa procedura – secondo Bussetti – permetterà agli studenti e alle scuole di vedere assicurato la continuità didattica, argomento totalmente dimenticato dalla politica scolastica di questi ultimi anni.
Di certo, questa pare essere davvero una proposta abbastanza logica e non affatto contorta, così come viceversa avviene attualmente con la procedura del FIT. Cosa penseranno i sindacati di questa proposta? Vedremo. Intanto, il percorso per trasformare questa ipotesi in legge dovrebbe essere non proprio breve.