In questi ultimi 10-15 anni si discute molto sull’efficacia o sull’inutilità dei compiti assegnati agli alunni in occasione delle vacanze. Differenti sono le opinioni su questo tema. Negli anni passati addirittura sono state emanate da parte dei vari ministri della Pubblica Istruzione alcune circolari per regolamentare e istituzionalizzare questo antico dilemma. Una cosa è certa: la maggior parte dei genitori è contrario e sui “gruppi Whatsapp delle mamme” tale orientamento è diffusissimo.
A cosa servono i compiti per le vacanze? I genitori e i ministri sono contrari
L’ulteriore invasione di campo da parte delle famiglie, direbbe un insegnante. Nell’ottica aziendale oggi la scuola ha superato di molto le tecniche di marketing del settore commerciale: lo slogan “il cliente va sempre accontentato”, nel caso dell’istruzione potrebbe diventare: “la famiglia ha sempre ragione, altrimenti un Giudice ci farà trascorrere un’estate da incubo”.
Probabilmente le lotte di questi anni da parte dei sindacati degli insegnanti hanno finito per creare attorno a questa professione solo autoreferenzialità. Questo meccanismo ha finito per innescare nei genitori logiche poco inclini alla convivialità. In tutta questa lotta legale si è finito per perdere l’unico vero obiettivo: la formazione didattica disciplinare ed educativa degli alunni.
Spesso, troppo di frequente, giungono ai Dirigenti Scolastici le telefonate minacciose dei genitori dove si fomenta la rivendicazione su un torto subito dal proprio figlio. Telefonate dal sapore intimidatorio e in cui si preannunciano quasi sempre azioni legali, ricorsi o semplici accessi agli atti.
Aboliamo i compiti per le vacanze e anche gli esami conclusivi del I ciclo: inutili ratifiche di fine anno
In quest’ottica, allora, non sarebbe conveniente abolire del tutto gli esami conclusivi del primo ciclo d’istruzione? Chi vive la scuola dall’interno sa a cosa ci si riferisce. Una vera e propria ‘farsa burocratica‘, un tour de force per gli insegnanti e per il personale scolastico. Una mera ratifica di fine anno che si fonda sulla concezione, oramai palese ed evidente, che “tutti promossi è meglio di qualche piccola bega legale“. Vedersi rovinare il periodo di ferie non trova altre ragioni per questo vergognoso ed indecente colpo di spugna al merito.
Tutti promossi è vero, ma chi ha riportato parecchie insufficienze potrebbe benissimo soffermarsi a scuola (per tutto il mese di giugno) effettuando le ore necessarie di recupero. Tutto questo avrebbe realmente senso, sia per gli insegnanti, sia per gli alunni e soprattutto per le famiglie, le quali potrebbero apprezzare il lavoro e l’impegno degli insegnanti fondato principalmente sul principio educativo propinato ai propri figlioli.
Rimettiamo ordine, partendo dall’abolizione di un esame che non premia il merito
Attualmente invece, se vogliamo dirla tutta, gli insegnanti dopo il 30 giugno continueranno a starsene comodamente a casa nonostante le loro ferie inizino giusto venti giorni dopo. Gli alunni promossi ma ‘asinelli’ con le orecchie lunghe continueranno a non recuperare le loro insufficienze, dimostrando a partire dal prossimo anno scolastico tutte le loro lacune di base. In tutto questo ‘mondo sbagliato’ le famiglie, nonostante conoscano profondamente le carenze e i lati negativi dei loro figli, continueranno ad inveire contro la scuola, convinti di aver subito l’ennesima ingiustizia.
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