Sappiamo bene anche che la vigente normativa fiscale determina che i compensi per le prestazioni aggiuntive siano tassati con un’imposta IRPEF che può arrivare fino al 43%.
“Considerati gli importi oggi previsti – dichiara il Presidente di Ancodis Rosolino Cicero – c’è un trattamento a dir poco iniquo verso chi si impegna per la propria comunità scolastica nel lavoro aggiuntivo con una retribuzione certamente inadeguata ed una tassazione davvero insostenibile. Ancodis, dunque, propone un congruo incremento dell’importo orario nel prossimo CCNL, l’introduzione di un’imposta sostitutiva del 15% sui compensi erogati per le prestazioni aggiuntive (come è stato fatto con il “Decreto Liste di attesa” per il personale sanitario!), la sottrazione dal reddito annuale complessivo per non incorrere nella spada di Damocle del conguaglio fiscale che – senza possibilità di rateizzazione – in modo consistente riduce per tantissimi lavoratori lo stipendio del mese di febbraio. L’obiettivo deve essere quello di riconoscere il giusto valore economico al lavoro straordinario nella scuola – oggi più che mai necessario al miglioramento dell’offerta formativa – e di incentivare il personale ad accettarlo perché economicamente più conveniente”.
In caso contrario – conclude Cicero – ci troviamo di fronte uno Stato che sembra voler indurre un docente o un non docente a lavorare soltanto secondo i propri obblighi contrattuali per non vedere nel cedolino di agosto o di settembre la retribuzione pesantemente erosa dalle ritenute fiscali e per non rischiare successivamente l’intollerabile batosta del conguaglio fiscale!
Chi svolge lavoro straordinario per la sua comunità scolastica non può essere penalizzato tre volte: nella retribuzione (bassa), nella tassazione fiscale (alta) e nel conguaglio fiscale di febbraio (riduzione più o meno significativa della mensilità)!
A queste condizioni, sarà più conveniente cercare altre strade più o meno trasparenti ma certamente più remunerative.
ANCODIS