Carlone e il suo team stanno cercando di superare i limiti attuali della percezione robotica, un campo che va oltre la semplice capacità di rilevare gli oggetti. Gli esseri umani, infatti, non solo vedono gli oggetti, ma riescono anche a intuirne la fisicità, comprendendo automaticamente come possono essere spostati, manipolati o come interagiscono con l’ambiente.
«La percezione rappresenta un collo di bottiglia per la realizzazione di robot capaci di operare nel mondo reale», spiega Carlone. «Se riuscissimo ad aggiungere cognizione e ragionamento ai sistemi percettivi, i robot potrebbero diventare molto più utili».
Per raggiungere questo obiettivo, il MIT sta sviluppando nuovi algoritmi di apprendimento profondo (deep learning) e modelli linguistici avanzati, con l’obiettivo di rendere i robot capaci di comprendere e analizzare il mondo in modo simile agli esseri umani. L’approccio di Carlone rientra nel campo della “intelligenza artificiale spaziale” (spatial AI), una disciplina che punta a migliorare la capacità dei robot di navigare e interagire dinamicamente con l’ambiente circostante.
Negli ultimi sei anni, il laboratorio di Carlone ha rilasciato oltre 60 repository open source, strumenti software utilizzati da migliaia di ricercatori e professionisti in tutto il mondo per migliorare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e della robotica.
«Il nostro obiettivo è creare robot che non siano solo macchine esecutrici, ma sistemi in grado di pensare e comprendere il mondo», conclude Carlone. «Solo così potranno davvero essere utili alla società».