La sentenza di cui sopra prende spunto, secondo quanto stabilito dalla Cassazione, dall’articolo 571 del CPP (codice penale), in particolare si ritiene siano “abusi di autorità” tutti quei comportamenti tenuti da parte di qualcuno che, per ragioni educative, deve “vigilare e custodire una persona”.
L’argomento in oggetto è davvero scottante, anche perché la sentenza di cui stiamo parlando potrà aprire in futuro la strada ad ulteriori contenziosi tra genitori e insegnanti che potranno vedere condannati questi ultimi con il carcere fino a sei mesi. Chiaramente non sarà sufficiente la generica indicazione di un rischio, del tipo “Se non studi, ti boccio”, ma una specie di stalking psicologico, circostanza questa che per fortuna si verifica raramente nelle scuole italiane.
Una cosa è certa però: la sentenza in questione riduce notevolmente la libertà d’azione degli insegnanti italiani, non garantendo loro la libera espressione rivolta alla valutazione circa i livelli di apprendimento degli studenti italiani.