L’incongruenza è aggravata da documenti interni che indicano che la ministra risultava iscritta alla triennale dal 1° novembre 2011, con solo due esami convalidati lo stesso giorno. Nello stesso anno accademico, risulta anche iscritta alla magistrale, fatto che pone interrogativi sulla regolarità della progressione accademica.
Dall’analisi dei registri esami emerge che la ministra avrebbe sostenuto diversi esami di domenica, persino due nello stesso giorno. Interpellati, sia l’economista Antonio Rinaldi, docente dell’ateneo, sia l’ex rettore Claudio Roveda, confermano che all’epoca l’università era aperta anche nei weekend e che gli esami potevano avvenire su richiesta dello studente.
Tuttavia, secondo la legge 270/2004, un esame universitario deve essere sostenuto alla presenza di almeno due membri della commissione, pena la nullità dell’esame. La stessa regola è stata ribadita in sede giudiziaria da una dirigente del MUR nel corso di un’inchiesta della Procura di Firenze, sollevando seri dubbi sulla legittimità degli esami sostenuti alla Link Campus.
La vicenda assume ora un evidente rilievo politico. Alla luce delle dichiarazioni ufficiali del Ministero, resta da capire se la ministra dell’Università Anna Maria Bernini intenda avviare una verifica formale sui titoli della collega di governo. L’interrogativo principale riguarda la trasparenza e la regolarità dell’accesso ai titoli accademici da parte di chi oggi ricopre incarichi istituzionali di rilievo. Il dibattito resta aperto e potrebbe influenzare le future dinamiche all’interno dell’esecutivo.