sabato, 21 Dicembre 2024
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Carta Docente, scoperti dalla Procura di Cosenza 300 ‘furbetti’: gravi e pesanti le sanzioni

Scoperti dalla Procura e Guardia di Finanza di Cosenza alcuni illeciti sull'utilizzo della Carta Docente da 500 euro destinato all'aggiornamento professionale

Un’inchiesta condotta dalla Procura e Guardia di Finanza di Cosenza ha portato a sanzioni disciplinari per circa 300 docenti, accusati di aver utilizzato in modo illecito la Carta Docente da 500 euro destinato all’aggiornamento professionale. Le accuse riguardano l’acquisto di beni non autorizzati, come elettrodomestici, televisori e smartphone, anziché materiali didattici, libri, corsi di formazione o software previsti dalla normativa.

Illeciti sull’uso della Carta Docente a Cosenza: pesanti le sanzioni disciplinari e i provvedimenti economici

Secondo quanto riportato da La Gazzetta del Sud, le sanzioni adottate includono:

  • Sospensione dal servizio per tre o quattro giorni;
  • Blocco dello scatto stipendiale;
  • Revoca del bonus per un anno;
  • Rimborso triplo delle somme spese illecitamente.

Questi provvedimenti si aggiungono al sequestro preventivo di 135mila euro, cifra corrispondente alla presunta truffa, e sono stati notificati ai docenti attraverso l’Ufficio provvedimenti disciplinari dell’Ambito territoriale provinciale. Gli insegnanti coinvolti stanno presentando le proprie difese, contestando le misure, ritenute “spropositate e punitive”, rispetto alle accuse mosse.

Le accuse: violazioni nell’utilizzo della Carta Docente

L’indagine, avviata nel febbraio 2023, ha evidenziato come alcuni docenti abbiano utilizzato il bonus in collaborazione con il titolare di un negozio di elettrodomestici per aggirare le regole. Secondo gli inquirenti, il meccanismo prevedeva un acquisto regolare iniziale, seguito da un reso, che dava diritto a un buono spesa utilizzato per acquistare beni non autorizzati.

Gli episodi contestati, che risalgono al periodo tra il 2018 e il 2021, includono l’acquisto di smartphone e altri dispositivi tecnologici. Alcuni docenti si sono difesi, sostenendo di aver acquistato dispositivi necessari per sopperire alle carenze strutturali delle scuole, come la mancanza di computer nelle aule, e di averli utilizzati per scopi didattici, come accedere al registro elettronico.

Illeciti sull’utilizzo del bonus da 500 euro: le implicazioni legali ed economiche

L’indagine ha messo in luce l’esistenza di un sistema consolidato per aggirare le finalità del bonus, destinato a supportare l’aggiornamento professionale e culturale degli insegnanti. La vicenda ha sollevato interrogativi sulla trasparenza del meccanismo di utilizzo del bonus e sulla necessità di controlli più rigorosi.

Le sanzioni rappresentano un precedente importante per il rispetto delle regole nell’uso dei fondi pubblici, ma hanno anche alimentato il dibattito sull’equità delle misure disciplinari. Alcuni docenti hanno sottolineato che l’acquisto di dispositivi tecnologici è spesso una necessità, soprattutto in contesti scolastici carenti, e che l’intento non era di natura fraudolenta.

La posizione degli insegnanti e i prossimi sviluppi

Mentre l’indagine prosegue, le difese presentate dai docenti evidenziano l’importanza di distinguere tra comportamenti fraudolenti e situazioni in cui gli acquisti sono stati dettati da necessità didattiche. La vicenda richiama l’attenzione sull’urgenza di un maggiore supporto alle scuole in termini di risorse tecnologiche, per evitare che gli insegnanti si trovino costretti a utilizzare strumenti personali per esigenze lavorative.

In attesa di ulteriori sviluppi, la vicenda rappresenta un monito sul corretto utilizzo dei fondi pubblici e sulla necessità di garantire trasparenza e conformità alle regole, tutelando al contempo le esigenze reali degli insegnanti e delle scuole.

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