Continuano le sentenze contro le discriminazioni dei precari per ciò che attiene alla Carta docente – La formazione degli insegnanti in Italia è regolamentata dalla Legge 107/15, che la definisce come obbligatoria, permanente e strutturale. Questa legge prevede un sostegno economico tramite la Carta del docente. Ma perché i docenti precari devono esserne esclusi?

Il Consiglio di Stato ha dichiarato che questa esclusione è contraria agli articoli 3, 35 e 97 della Costituzione italiana, poiché discrimina i docenti non di ruolo, privandoli di strumenti fondamentali per la loro formazione e aggiornamento.

Sentenza del Tribunale del lavoro di Treviso sulla Carta Docente: l’ennesimo risarcimento ai precari

Il Tribunale del lavoro di Treviso ha emesso una nuova sentenza che riconosce questa discriminazione, ordinando al Ministero dell’Istruzione di risarcire un insegnante precario con 2.500 euro per i cinque anni di mancata erogazione della Carta del docente.

Tale decisione segue l’interpretazione del Consiglio di Stato, che ha sottolineato come la formazione professionale dei docenti rientri nelle competenze dell’Amministrazione, obbligata a fornire il supporto economico a tutto il personale docente, inclusi i supplenti.

Il ruolo della Corte di Giustizia dell’UE: la carta docente vale anche per i precari, con effetto retroattivo

Inoltre, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ribadito che l’indennità di 500 euro annui per la formazione deve essere erogata a tutti i docenti, sia a tempo indeterminato che determinato.

Le sentenze della CGUE hanno effetto retroattivo e sono vincolanti per i giudici nazionali. Recentemente, la Corte di Cassazione ha confermato questi principi, assegnando la Carta del docente anche ai supplenti annuali con contratto fino al termine delle lezioni o al 30 giugno.

I dettagli della Sentenza di Treviso e l’invito all’azione da parte di Anief

Nel caso specifico di Treviso, il Tribunale del lavoro ha riconosciuto che il docente ricorrente ha svolto servizio come supplente con continuità sino al termine delle lezioni negli anni scolastici 2019/20, 2021/22 e 2023/24, nonché negli anni 2020/21 e 2022/23.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, c’è un’alta probabilità di successo per i docenti precari che fanno ricorso per recuperare i 500 euro annui della Carta del docente. Con il sostegno del Consiglio di Stato, della Corte di Giustizia europea e della Corte di Cassazione, è improbabile che i giudici del lavoro possano negare tali richieste.

Anief invita tutti i precari o ex precari degli ultimi cinque anni scolastici a presentare ricorso per ottenere il maltolto.

Le conclusioni della Sentenza del Tribunale di Treviso

P.Q.M.

Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Treviso, disattesa ogni altra domanda, eccezione e difesa, definitivamente pronunciando, così provvede:

1. Accerta e dichiara il diritto di parte ricorrente ad usufruire del beneficio economico di Euro 500 annui per gli anni scolastici da 2019/20 a 2023/24 tramite la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del personale docente e, per l’effetto, condanna il Ministero convenuto a mettere a disposizione della parte ricorrente l’importo complessivo di Euro 2.500 tramite il sistema della Carta elettronica;

2. Compensa per metà le spese di lite e condanna parte resistente al pagamento della metà residua in favore della parte ricorrente che si liquida in complessivi Euro 550,00 oltre rimborso spese forfettarie nella misura del 15%, IVA e c.p.a. come per legge da distrarsi in favore dei difensori di parte ricorrente dichiaratisi antistatari.

Treviso, 23.05.2024

Il Giudice

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