Nella sentenza, il Tribunale richiama anche la posizione della Corte di Giustizia Europea, che vieta qualsiasi discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato, salvo ragioni oggettive. La Carta del Docente è destinata a sostenere la formazione continua, obbligatoria per tutti i docenti, indipendentemente dal tipo di contratto. Di conseguenza, la natura temporanea di un rapporto di lavoro non giustifica un trattamento diverso.
Il decreto legge n. 69/2023, successivamente convertito nella legge n. 103/2023, ha riconosciuto la Carta del Docente anche ai supplenti annuali per l’anno 2023, ma la sentenza evidenzia che questo riconoscimento deve valere anche per gli anni passati. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29961/2023, ha confermato che la Carta deve essere assegnata anche ai docenti non di ruolo con incarichi annuali fino al 31 agosto o fino al termine delle attività didattiche.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, tutti i docenti precari o ex precari che non hanno ancora presentato ricorso per ottenere la Carta del Docente dovrebbero farlo al più presto per evitare la prescrizione.
Questa mancanza di equità ha penalizzato la formazione dei precari, una discriminazione che, secondo Anief, deve essere risolta. Anche la Corte di Cassazione, il Consiglio di Stato e la Corte di Giustizia Europea hanno riconosciuto il diritto dei supplenti alla Carta docente.