Raffaele Prosperi, presidente del Tar Piemonte, ha definito la situazione “insostenibile”, sottolineando come, nonostante le sentenze favorevoli ai docenti, il Ministero dell’Istruzione continui a non eseguire le decisioni giudiziarie. Questo comportamento non solo crea disagi agli insegnanti, ma intasa anche il sistema giuridico, portando a un aumento del costo per le casse pubbliche, dato che lo Stato è obbligato a risarcire i docenti con gli interessi. Prosperi ha lanciato un appello affinché il Ministero intervenga al più presto per risolvere questo problema, che rischia di compromettere l’efficienza del Tar stesso.
La Carta del docente è uno strumento pensato per permettere agli insegnanti di aggiornarsi professionalmente, acquistare materiali didattici o frequentare corsi di formazione. Tuttavia, il bonus di 500 euro è riservato solo ai docenti di ruolo, escludendo di fatto migliaia di precari che svolgono le stesse mansioni.
Nonostante le leggi e le sentenze che sanciscono il diritto dei precari al bonus, il Ministero non ha ancora modificato la normativa per includerli tra i beneficiari. Come affermato dal presidente Prosperi, l’atteggiamento del Ministero sembra incomprensibile, visto che le sentenze favorevoli ai docenti continuano a non essere rispettate.
I sindacati denunciano una grave discriminazione nei confronti dei docenti precari, i quali sono costretti a ricorrere alla giustizia per ottenere ciò che, per legge, spetta loro. Mentre le istituzioni restano in silenzio, i docenti precari si trovano a dover finanziare personalmente la loro formazione, senza poter usufruire del rimborso previsto dal bonus. Il problema rimane irrisolto, con una crescente frustrazione tra gli insegnanti, che si vedono trattati in modo diverso dai loro colleghi di ruolo, nonostante il loro impegno e le loro competenze siano equivalenti.
Il presidente del Tar ha avanzato due possibili soluzioni al problema: una riforma del contratto nazionale che includa anche i precari tra i beneficiari del bonus, oppure l’introduzione di un provvedimento legislativo che riconosca esplicitamente il diritto dei precari alla Carta del docente. Tuttavia, il Ministero non ha ancora fornito risposte ufficiali, lasciando la situazione in una condizione di stallo che continua a danneggiare migliaia di insegnanti.