Il tanto discusso bonus da 500 euro, noto come Carta del docente, continua a escludere i docenti precari, nonostante numerose sentenze che ne stabiliscono il diritto. La situazione sta provocando un ingolfamento del sistema giuridico, con centinaia di ricorsi presentati dai precari, ma il Ministero dell’Istruzione non ha ancora adottato misure per risolvere la questione.
I numerosi ricorsi e la saturazione del Tar
Nel 2024, la situazione è risultata insostenibile in tutta Italia, con i Tribunali Amministrativi Regionali (Tar) che hanno ricevuto migliaia di ricorsi. Solo il Tar del Piemonte ha registrato 887 ricorsi da parte di insegnanti precari per rivendicare l’accesso alla Carta del docente, più della metà dei 1.969 ricorsi totali a livello nazionale. A inizio 2025, la tendenza è rimasta invariata: già 260 ricorsi sono stati presentati nei primi due mesi dell’anno, dimostrando che il problema riguarda tutti i Tar italiani, con una costante richiesta di giustizia da parte dei docenti non di ruolo.
Il Presidente del Tar Piemonte: “situazione insostenibile”
Raffaele Prosperi, presidente del Tar Piemonte, ha definito la situazione “insostenibile”, sottolineando come, nonostante le sentenze favorevoli ai docenti, il Ministero dell’Istruzione continui a non eseguire le decisioni giudiziarie. Questo comportamento non solo crea disagi agli insegnanti, ma intasa anche il sistema giuridico, portando a un aumento del costo per le casse pubbliche, dato che lo Stato è obbligato a risarcire i docenti con gli interessi. Prosperi ha lanciato un appello affinché il Ministero intervenga al più presto per risolvere questo problema, che rischia di compromettere l’efficienza del Tar stesso.
La carta del docente: un bonus con limitazioni
La Carta del docente è uno strumento pensato per permettere agli insegnanti di aggiornarsi professionalmente, acquistare materiali didattici o frequentare corsi di formazione. Tuttavia, il bonus di 500 euro è riservato solo ai docenti di ruolo, escludendo di fatto migliaia di precari che svolgono le stesse mansioni.
Nonostante le leggi e le sentenze che sanciscono il diritto dei precari al bonus, il Ministero non ha ancora modificato la normativa per includerli tra i beneficiari. Come affermato dal presidente Prosperi, l’atteggiamento del Ministero sembra incomprensibile, visto che le sentenze favorevoli ai docenti continuano a non essere rispettate.
La discriminazione dei precari
I sindacati denunciano una grave discriminazione nei confronti dei docenti precari, i quali sono costretti a ricorrere alla giustizia per ottenere ciò che, per legge, spetta loro. Mentre le istituzioni restano in silenzio, i docenti precari si trovano a dover finanziare personalmente la loro formazione, senza poter usufruire del rimborso previsto dal bonus. Il problema rimane irrisolto, con una crescente frustrazione tra gli insegnanti, che si vedono trattati in modo diverso dai loro colleghi di ruolo, nonostante il loro impegno e le loro competenze siano equivalenti.
Le possibili soluzioni
Il presidente del Tar ha avanzato due possibili soluzioni al problema: una riforma del contratto nazionale che includa anche i precari tra i beneficiari del bonus, oppure l’introduzione di un provvedimento legislativo che riconosca esplicitamente il diritto dei precari alla Carta del docente. Tuttavia, il Ministero non ha ancora fornito risposte ufficiali, lasciando la situazione in una condizione di stallo che continua a danneggiare migliaia di insegnanti.
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