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Carta del Docente: novità e riduzioni per il prossimo anno scolastico

Novità sulla Carta del docente per l'anno scolastico 2024/2025: riduzioni dell'importo, esclusione dei precari e aggiornamenti sulla piattaforma

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La Carta del docente, al centro di numerose azioni legali e ricorsi, garantisce un contributo economico anche agli insegnanti precari con contratto fino al 31 agosto. L’anno scolastico 2023/2024 ha confermato questo diritto, ma ci saranno importanti cambiamenti a partire dal prossimo anno.

Carta del docente: come cambia nel nuovo anno scolastico

Per l’anno scolastico 2024/2025, l’importo della Carta del docente scenderà da 500 a 425 euro, con un’ulteriore riduzione a 400 euro prevista entro il 2027. Questa misura consentirà al Governo di finanziare nuovi percorsi abilitanti per la formazione degli insegnanti. La Carta manterrà il suo obiettivo principale: l’acquisto di libri, corsi di formazione, biglietti per teatro, cinema e musei. Tuttavia, i docenti non di ruolo potrebbero essere esclusi, come già segnalato dalle attuali normative.

Per chi ha già ricevuto la Carta, il termine per utilizzarla è scaduto il 31 agosto 2024. Il credito residuo non potrà più essere utilizzato, creando disagi per alcuni insegnanti che non hanno fatto in tempo ad esaurirlo.

Problemi di accesso alla piattaforma

La piattaforma della Carta del docente non viene aggiornata dalla fine dell’anno scolastico precedente, generando un aumento di traffico e difficoltà di accesso. Al momento non sono stati rilasciati avvisi ufficiali riguardo la nuova Carta, ma un incontro tra sindacati e rappresentanti istituzionali dovrebbe chiarire chi potrà effettivamente beneficiarne, oltre a fornire informazioni su eventuali tagli progressivi e modalità di attivazione del contributo.

Il sondaggio sulla Carta del docente

Un sondaggio condotto da “La Tecnica della Scuola” ha rivelato che l’87,8% degli intervistati considera la Carta del docente fondamentale per il proprio aggiornamento professionale. La riduzione dell’importo era già stata prevista dal Governo Draghi, che aveva deciso di destinare i fondi risparmiati al reclutamento di nuovi insegnanti.

Tuttavia, i ritardi nell’attivazione del contributo hanno suscitato le proteste di alcuni sindacati, che chiedono il riconoscimento dei diritti anche per i docenti precari con contratti in scadenza a fine anno scolastico.

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