Secondo il tribunale, questa distinzione viola gli articoli 3, 35 e 97 della Costituzione Italiana, in quanto priva i docenti non di ruolo di strumenti essenziali per la formazione e l’aggiornamento professionale. La mancata erogazione della Carta, infatti, compromette non solo le opportunità di crescita professionale dei docenti precari, ma anche il principio di buon andamento della pubblica amministrazione, che deve garantire una formazione adeguata a tutto il personale docente.
La sentenza sottolinea come la formazione del personale scolastico, inclusi i docenti precari, sia cruciale per garantire un livello qualitativo adeguato nell’insegnamento. Escludere una parte del personale dall’aggiornamento professionale rappresenta un limite evidente per il sistema educativo italiano, che si affida anche ai docenti a tempo determinato per l’erogazione del servizio scolastico.
La mancata equiparazione tra docenti di ruolo e non di ruolo rischia di generare disparità nella preparazione professionale e, di conseguenza, nella qualità dell’istruzione offerta agli studenti. La sentenza ribadisce che l’obbligo di formazione professionale deve coinvolgere tutto il personale docente, senza distinzioni contrattuali, per tutelare il diritto degli studenti a un’educazione di qualità.
La FLC CGIL Terni, promotrice del ricorso, considera la decisione un passo importante verso la tutela dei diritti dei lavoratori precari del mondo della scuola. Il sindacato ha sottolineato come la discriminazione nei confronti dei docenti a tempo determinato contrasti con i principi costituzionali e con le norme comunitarie che garantiscono pari trattamento per tutti i lavoratori.
In un comunicato, la FLC CGIL Terni ha dichiarato che continuerà a perseguire azioni legali per garantire la piena applicazione dei diritti contrattuali e costituzionali del personale scolastico. La sentenza di Terni, infatti, potrebbe rappresentare un precedente importante per ulteriori ricorsi, rafforzando il riconoscimento del diritto alla formazione per tutti i docenti, indipendentemente dal tipo di contratto.
La decisione del tribunale segna un momento cruciale per il sistema educativo italiano, evidenziando l’importanza di una formazione equa e inclusiva per tutto il personale docente. Garantire pari opportunità di aggiornamento professionale non è solo una questione di diritti dei lavoratori, ma anche un elemento fondamentale per il miglioramento della qualità dell’istruzione nel nostro Paese.