sabato, 4 Gennaio 2025
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Carta del docente: conferma per i supplenti annuali fino al 31 agosto

Carta del docente 2025: strutturale per supplenti al 31 agosto, esclusi quelli al 30 giugno. Importo variabile, battaglia legale per diritti equi.

La Legge di Bilancio 2025 introduce una novità attesa da tempo: la Carta del docente diventa strutturale per i supplenti annuali con contratti su posti vacanti e disponibili fino al 31 agosto. Questa misura consente ai docenti con incarichi su queste tipologie di cattedre di ottenere ogni anno un contributo economico per l’aggiornamento professionale, come previsto dalla normativa vigente.

Supplenti al 30 giugno esclusi: un’altra battaglia legale all’orizzonte

Restano esclusi dalla Carta del docente i supplenti con nomina annuale al 30 giugno, nonostante le numerose sentenze favorevoli che vedono il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) soccombente. Questi incarichi, pur avendo una durata annuale, si riferiscono a posti non vacanti ma solo disponibili.

I docenti interessati dovranno ancora una volta ricorrere alle vie legali, mentre i sindacati proseguiranno la loro battaglia per garantire pari diritti anche a questa categoria.

Importo variabile: il MIM stabilirà l’entità ogni anno

L’importo della Carta del docente non sarà fisso ma deciso annualmente dal MIM. Attualmente, il valore massimo è di 500 euro, ma per il 2025 potrebbe subire variazioni. Questo aspetto genera incertezza tra i docenti, che sperano in un importo adeguato per sostenere le spese legate alla formazione, all’acquisto di materiale didattico e ad altri strumenti utili al miglioramento della loro attività professionale.

Carta del docente: opportunità e criticità

La strutturalità della Carta del docente per i supplenti fino al 31 agosto rappresenta un passo avanti significativo verso il riconoscimento del loro ruolo nella scuola italiana. Tuttavia, l’esclusione dei supplenti al 30 giugno crea una disparità evidente che rischia di alimentare nuove controversie. I docenti interessati e i loro rappresentanti sindacali chiedono una riforma più equa, capace di includere tutti i lavoratori precari del sistema scolastico.

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