La Carta del Docente rappresenta uno strumento fondamentale per il sostegno alla formazione continuativa degli insegnanti, garantendo loro risorse per l’aggiornamento professionale e l’acquisto di materiali didattici. Tuttavia, fino a poco tempo fa, i docenti supplenti con contratti a termine fino al 30 giugno si trovavano esclusi da questa opportunità, una situazione che ha sollevato non poche polemiche e dibattiti nel settore dell’istruzione.

Carta del docente ai precari, storica sentenza del Tribunale di Treviso

La recente sentenza emessa dal Tribunale di Treviso ha segnato una svolta significativa per i docenti precari. Il giudice, infatti, ha riconosciuto il diritto alla Carta del Docente per un insegnante supplente, patrocinato dai legali di Anief, che aveva prestato servizio nelle annualità scolastiche 2020/21 e 2021/22, assegnandogli retroattivamente la somma di 1.000 euro per ciascun anno di servizio.

Questa decisione si fonda su precedenti giurisprudenziali che hanno evidenziato la necessità di garantire pari opportunità di formazione a tutto il personale docente, indipendentemente dalla natura del proprio contratto.

L’Associazione Anief ha giocato un ruolo cruciale in questa battaglia legale, supportando i docenti precari nel loro diritto alla formazione. Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, ha sottolineato come diverse sentenze, tra cui quella del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia europea, abbiano confermato la legittimità della richiesta dei docenti supplenti di accedere alla Carta del Docente.

Lo stato dell’arte sulla normativa e sulle sentenze precedenti riguardo l’attribuzione della Carta del docente ai precari

Il dibattito sulla Carta del Docente per i supplenti trova fondamento in diverse disposizioni e sentenze. Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1842/22, ha messo in luce l’inadeguatezza di un sistema che esclude una parte del personale docente dagli strumenti di formazione, nonostante il loro contributo essenziale al servizio scolastico. Analogamente, la Corte di Giustizia ha riconosciuto, con l’Ordinanza della VI Sezione, che la Carta del Docente rientra nelle “condizioni di impiego” e deve essere estesa anche ai docenti non di ruolo.

La sentenza di Treviso non solo ha garantito a un insegnante supplente l’accesso alla Carta del Docente, ma ha anche stabilito un importante precedente legale. Essa sottolinea che la formazione continua del personale docente è un diritto inalienabile che contribuisce alla qualità dell’insegnamento e alla crescita professionale degli insegnanti. Questo principio rafforza l’idea che tutti i docenti, indipendentemente dalla tipologia del contratto, devono avere le stesse opportunità di formazione per garantire un’istruzione di qualità agli studenti.

Quale scenario ci si deve attendere per il futuro della formazione per i supplenti?

La sentenza del Tribunale di Treviso apre nuove prospettive per i docenti supplenti e getta le basi per una maggiore equità nel settore dell’istruzione. È fondamentale che i docenti precari siano consapevoli dei loro diritti e delle possibilità di ricorso per accedere ai benefici previsti dalla Carta del Docente.

In questo contesto, l’azione collettiva e il sostegno di associazioni come Anief sono strumenti preziosi per promuovere il cambiamento e garantire che tutti i docenti possano beneficiare delle risorse necessarie per la loro formazione.

Il dispositivo della sentenza del Tribunale di Treviso

P.Q.M.

definitivamente pronunciando, ogni altra domanda rigettata

Condanna il Ministero convenuto a mettere a disposizione del ricorrente l’importo di €1000,00 tramite Carta elettronica per l’aggiornamento e formazione del personale docente ed al pagamento delle spese processuali sostenute dal ricorrente che liquida in €515,00 oltre oneri di legge per competenze professionali con distrazione a favore dei procuratori dichiaratisi antistatari.

Treviso, 24/01/2024

Il G.L.

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