Il contenzioso riguarda anche i docenti con supplenze temporanee che abbiano accumulato almeno 180 giorni di servizio. Su questo punto, la giurisprudenza appare divisa. Alcuni tribunali riconoscono il diritto alla Carta del Docente anche a questi insegnanti, equiparandoli a quelli con contratto al 30 giugno, mentre altri ritengono insufficienti i 180 giorni di servizio per ottenere il bonus.
Recentemente, il tribunale di Lecce ha chiesto nuovamente un pronunciamento definitivo da parte della Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia Europea, le quali dovranno chiarire se i supplenti temporanei possano accedere alla Carta del Docente.
Il numero di sentenze pendenti è impressionante: migliaia di docenti hanno già ottenuto un riconoscimento legale, ma il Ministero dell’Istruzione sta faticando a eseguire queste decisioni. La procedura per l’esecuzione delle sentenze richiede circa un anno, a causa del notevole ammontare di risorse necessarie per far fronte a queste richieste.
Quando un tribunale deposita una sentenza favorevole, l’avvocato invia il documento al Ministero dell’Istruzione e alla Sogei, l’azienda che gestisce la piattaforma della Carta del Docente. Tuttavia, l’iter per accreditare le somme sul portale cartadocente.it richiede parecchi mesi.
Questo ritardo potrebbe ulteriormente aggravarsi, specialmente per i docenti con contratto al 31 agosto, che quest’anno sono stati esclusi dal beneficio, dopo essere stati inclusi nel 2023 grazie al decreto salva-infrazioni.
La Carta del Docente continua a essere un tema caldo, soprattutto per i docenti precari. Il contenzioso legale rappresenta attualmente l’unico mezzo per ottenere il bonus, e i tempi di esecuzione delle sentenze restano lunghi. Per i docenti con contratto al 30 giugno, la strada del ricorso sembra l’unica opzione valida per far valere i propri diritti.