“Molti insegnanti rinunciano a questo percorso a causa dei costi elevati. La decisione di equiparare i titoli esteri svaluta la nostra formazione e mette a rischio il diritto all’istruzione dei nostri figli”.
La protesta di Genova rappresenta solo il primo passo di una mobilitazione nazionale che culminerà il 6 settembre con una manifestazione a Roma, sotto il Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Il CDSS chiede al governo di investire nella formazione di qualità e nella stabilizzazione dei docenti precari, garantendo continuità didattica e professionalità nell’insegnamento di sostegno.
Caterina Marcianò, docente di sostegno di Genova, esprime la sua frustrazione all’Adnkronos: “Abbiamo pagato migliaia di euro per specializzarci e ora ci sentiamo traditi.
La nostra formazione è stata rigorosa e ci ha permesso di acquisire competenze specifiche per accompagnare gli studenti con disabilità. Equiparare il nostro titolo a quelli ottenuti all’estero è un’offesa alla nostra professionalità”.
Anche in Lombardia la situazione è critica. Fortunato Nicoletti, vicepresidente dell’organizzazione di volontariato “Nessuno è escluso”, denuncia: “Nelle scuole non si sa nulla della nuova legge che dovrebbe garantire la continuità degli insegnanti di sostegno.
Mancano insegnanti preparati e i nostri figli sono costretti a cambiare continuamente punto di riferimento. Siamo stanchi di questa situazione inaccettabile”.