lunedì, 13 Gennaio 2025
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Cambiano i requisiti per le pensioni dal 2027? La CGIL denuncia, l’INPS smentisce

La CGIL denuncia presunte modifiche ai requisiti per la pensione dal 2027, l'INPS smentisce. Polemica su trasparenza e diritti dei lavoratori.

La CGIL lancia l’allarme su presunte modifiche ai requisiti per le pensioni, evidenziando che dal 2027 saranno necessari tre mesi in più per accedere alla pensione di vecchiaia e contributiva. Secondo la nota diffusa dal sindacato, l’INPS avrebbe aggiornato i propri sistemi informatici senza alcuna comunicazione ufficiale da parte dei Ministeri competenti.

Ezio Cigna, responsabile delle Politiche previdenziali della CGIL, afferma che dal 2027 l’età minima per la pensione di vecchiaia salirà a 67 anni e 3 mesi, con ulteriori incrementi previsti per il 2029, quando serviranno 67 anni e 5 mesi. Per la pensione anticipata, i contributi richiesti passeranno a 43 anni e 1 mese nel 2027 e a 43 anni e 3 mesi nel 2029, penalizzando ulteriormente i lavoratori.

Critiche sulla trasparenza e rischi di nuovi esodati

Lara Ghiglione, segretaria confederale della CGIL, critica duramente l’assenza di trasparenza da parte dell’INPS e la mancata coerenza con i documenti ufficiali. Il 25° Rapporto della Ragioneria Generale dello Stato del 2024 prevedeva infatti un incremento di un solo mese nel 2029.

La CGIL sottolinea che questa decisione rischia di creare nuovi esodati, specialmente tra chi ha aderito a piani di isopensione o scivoli pensionistici. Ghiglione avverte che simili modifiche potrebbero lasciare molte persone senza tutele, in un contesto lavorativo già precario per molti cittadini.

L’INPS smentisce le accuse

In risposta, l’INPS ha negato di aver apportato modifiche ai requisiti pensionistici, garantendo che tutte le certificazioni continueranno a essere redatte in base alle tabelle vigenti. L’Istituto ribadisce che eventuali aggiornamenti saranno effettuati solo in seguito a indicazioni legislative ufficiali. Tuttavia, la polemica non si placa, con la CGIL che insiste sulla necessità di chiarezza e trasparenza da parte delle istituzioni coinvolte.

Richieste di chiarimenti al Governo

La CGIL chiede un intervento immediato del Governo per chiarire la situazione. “Siamo di fronte a una questione di diritti e vite di milioni di persone”, denuncia Ghiglione, accusando il Governo di inazione e scarsa trasparenza. Il sindacato pretende spiegazioni su chi abbia autorizzato queste modifiche e invita a un confronto urgente tra le parti.

La polemica sottolinea ancora una volta la necessità di un dialogo chiaro e trasparente tra INPS, sindacati e Governo per evitare conseguenze sociali gravi e garantire i diritti dei lavoratori.

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