L’errore più comune è il ritardo nel pagamento dello stipendio, con conseguenze significative sulla vita quotidiana. Circa il 47% degli intervistati ha dichiarato di provare stress e ansia a causa di un pagamento tardivo, mentre il 37,6% ha dovuto rimandare spese essenziali come bollette e affitto. Inoltre, il 23% ha subito pressioni familiari per la situazione economica. Le donne risultano essere più vulnerabili a queste difficoltà: oltre il 52% sperimenta stress e ansia a causa di ritardi, rispetto al 42% degli uomini.
I lavoratori più giovani, in particolare quelli tra 16 e 24 anni, sono i più soggetti ad errori in busta paga: oltre il 70% ha riscontrato almeno un problema negli ultimi due anni, a fronte di appena il 30% tra gli over 55. Questo potrebbe derivare da una minore stabilità lavorativa, poiché i giovani cambiano impiego più frequentemente. Inoltre, il 47% della Gen Z non controlla la propria busta paga ogni mese, aumentando il rischio di errori non rilevati.
Secondo Cristina Danelatos, CEO area HR Innovation e IT Corporate di Zeta Service, è fondamentale che le aziende siano trasparenti e precise nell’elaborazione delle buste paga, per non minare il rapporto di fiducia con i dipendenti e per preservare un clima di lavoro positivo. Gli errori non solo penalizzano i lavoratori, ma generano tensioni anche per i responsabili HR, che si trovano a gestire situazioni delicate legate alla stabilità economica del personale.