Secondo quanto evidenziato dall’Aran, il buono pasto è un diritto riconosciuto a prescindere dal luogo e dalla durata della prestazione. Questo principio potrebbe ora essere recepito anche nella contrattazione scolastica, riconoscendo la complessità e le responsabilità del lavoro svolto nelle scuole. Docenti e ATA, infatti, affrontano spesso orari prolungati, carichi di lavoro elevati e mansioni che comportano responsabilità legali e organizzative.
A sostenere la proposta dell’Anief si aggiunge anche una recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha stabilito come il diritto ai buoni pasto debba essere garantito indipendentemente dal luogo in cui viene svolta l’attività lavorativa. Questo orientamento giuridico rafforza le richieste sindacali e potrebbe costituire un precedente importante per estendere il beneficio a tutto il personale della scuola, in linea con i principi di equità e parità di trattamento nel pubblico impiego.