Il giudice ha quindi stabilito il diritto della ricorrente a beneficiare dell’esonero contributivo, condannando il Ministero dell’Istruzione e del Merito a restituire alla docente la quota dei contributi previdenziali trattenuta in busta paga. L’importo riconosciuto può arrivare fino a 3.000 euro, riparametrati su base mensile, come previsto dalla normativa per il personale assunto a tempo indeterminato.
Questa sentenza rappresenta un altro importante successo nella battaglia per il riconoscimento dei diritti delle lavoratrici precarie, aprendo la strada a ulteriori ricorsi e potenziali modifiche legislative.