Il leader sindacale mette in evidenza le implicazioni del cosiddetto residuo fiscale, che con l’autonomia differenziata permetterebbe alle regioni più ricche di trattenere maggiori risorse, e della frammentazione delle politiche pubbliche in aree cruciali come ambiente, energia, infrastrutture e ricerca.
Secondo il segretario generale della CGIL, affrontare sfide importanti come la conversione ecologica e la transizione digitale con politiche regionali disparate potrebbe essere un errore strategico. Inoltre, il segretario generale della CGIL esprime particolare preoccupazione per la regionalizzazione della scuola, temendo che possa minare l’unità e l’identità culturale dell’Italia.
Infine, Landini conclude ribadendo l’impegno della Cgil a opporsi al Ddl Calderoli, in collaborazione con tutti coloro che fin dall’inizio hanno criticato questa scelta, enfatizzando l’uso di tutti gli strumenti democratici disponibili per prevenire le potenziali conseguenze negative che il disegno di legge potrebbe avere sull’unità e sul futuro del Paese.