In contrasto con questa realtà, alcune fonti politiche e siti specializzati hanno diffuso stime gonfiate, parlando di 300 euro di aumento mensile e 3.000 euro di arretrati. Tuttavia, queste cifre sono frutto di calcoli che sommano gli effetti di due contratti non ancora definiti: il 2022/24, le cui trattative non sono nemmeno iniziate, e il 2025/27, ancora lontano dall’essere discusso da questo governo. Inoltre, circa metà dell’aumento previsto per il contratto 2022/24 (70 euro) è già stato erogato nel dicembre 2023, non come adeguamento reale, ma come una sorta di “acconto” insufficiente a coprire l’inflazione.
Questa disinformazione, oltre a distorcere la realtà, rischia di incentivare alcuni lavoratori a ricorrere a servizi finanziari promossi dagli stessi siti che diffondono notizie esagerate, aggravando la situazione economica personale.
Dietro la propaganda emerge una realtà allarmante: il personale della scuola subisce una doppia penalizzazione. Da un lato, non riceve aumenti adeguati; dall’altro, viene spinto a indebitarsi per fronteggiare una situazione economica sempre più difficile. Secondo le stime, il risparmio per le casse dello Stato dovuto al mancato adeguamento degli stipendi ammonta a oltre 5 miliardi di euro. Questi fondi, invece di essere investiti per valorizzare la scuola statale, sono stati destinati ad aumentare i finanziamenti alle scuole paritarie private e ad altre voci di spesa, come quelle militari, in netto contrasto con i principi costituzionali di un Paese che ripudia la guerra.
Tra questi la FLC CGIL, che denuncia con forza questa situazione, rivendica risorse adeguate per tutelare gli stipendi del personale scolastico e per contrastare la propaganda politica e commerciale che danneggia i lavoratori. La lotta per un trattamento economico equo continua, in difesa di una categoria che merita maggiore riconoscimento economico e sociale.