Questa condizione sta sollevando numerose criticità, soprattutto a fronte dei ritardi burocratici che hanno caratterizzato il settore. Il requisito dei 120 giorni appare sempre più inadeguato, penalizzando candidati che, pur avendo ottenuto titoli equivalenti, rischiano di essere esclusi per poche settimane di differenza. Inoltre, molti aspiranti docenti hanno incontrato ostacoli non dipendenti dalla loro volontà, come il ritardo nel ricevimento della documentazione necessaria per la richiesta di riconoscimento.
L’attuale sistema sta creando una disparità ingiustificata tra i candidati, favorendo coloro che hanno potuto completare il riconoscimento in tempo utile, mentre altri rimangono esclusi a causa di circostanze indipendenti dal loro impegno o preparazione. Questa situazione contrasta con il principio di equità nell’accesso alla formazione e rischia di ridurre il numero di insegnanti qualificati disponibili per il sostegno scolastico.
La necessità di una revisione del requisito dei 120 giorni appare evidente per evitare che diventi un ostacolo ingiusto all’accesso a percorsi formativi essenziali per il sistema scolastico. Senza un intervento immediato, si rischia di compromettere la qualità dell’istruzione inclusiva, con ripercussioni negative sia per i docenti che per gli studenti con bisogni educativi speciali.
L’istruzione è un diritto fondamentale e non può essere ostacolata da lungaggini burocratiche. È necessario che le istituzioni competenti accelerino il processo di emanazione dei decreti attuativi, consentendo ai docenti di accedere alla formazione e di garantire un supporto adeguato agli studenti. La comunità scolastica attende risposte concrete, poiché il ritardo accumulato sta già compromettendo il regolare avvio dei corsi e l’efficacia del sistema educativo nel suo complesso.