Sul fronte degli stipendi, il ministro ha sottolineato gli sforzi compiuti per migliorare le condizioni economiche dei docenti. Per la prima volta, il governo ha previsto risorse dedicate non solo per il contratto 2025-2027, ma anche per il periodo 2028-2030. Gli aumenti salariali saranno superiori all’inflazione stimata, con un incremento già registrato del 6% per il contratto 2022-2024, cui si aggiunge il taglio del cuneo fiscale, che garantisce un ulteriore beneficio economico dello stesso valore.
Valditara ha riconosciuto che gli aumenti non sono ancora sufficienti, ma ha rivendicato i risultati ottenuti in un contesto difficile, ricordando che il blocco contrattuale dal 2009 al 2020 ha pesato gravemente sul potere d’acquisto degli insegnanti. Ha inoltre evidenziato che, nelle prime settimane del suo mandato, ha destinato 300 milioni di euro agli stipendi, evitando di disperdere le risorse in progetti minori.
Il bilancio dell’istruzione per il 2023 ha registrato un aumento significativo, pari a 4,6 miliardi di euro, corrispondenti a un incremento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Questo dato, certificato dall’Ufficio Studi della Camera e del Senato, rappresenta un massimo storico per il settore. Tuttavia, il ministro ha ammesso che l’Italia resta sotto la media europea per quanto riguarda gli investimenti pubblici e privati nella scuola.
Valditara ha evidenziato che gli investimenti privati nel sistema educativo italiano rappresentano solo lo 0,5% del PIL, contro una media OCSE del 2%. Secondo il ministro, è necessario stimolare una maggiore partecipazione delle risorse private per rafforzare l’intero sistema scolastico, in linea con le esperienze di altri Paesi.
Durante l’intervista, Valditara ha anche commentato la proposta avanzata da Fratelli d’Italia di introdurre voucher scolastici per le famiglie che scelgono scuole paritarie. Pur ribadendo che la scuola pubblica rimane la priorità, il ministro ha sottolineato l’importanza di un sistema integrato che valorizzi anche le risorse private. Secondo Valditara, un equilibrio tra investimenti pubblici e privati potrebbe contribuire a migliorare l’offerta formativa e a sostenere le famiglie nella scelta del percorso educativo più adatto ai propri figli.
In conclusione, il piano ministeriale per il 2025 punta a rafforzare il reclutamento dei docenti, con particolare attenzione al sostegno, a migliorare le condizioni economiche del personale scolastico e a stimolare una maggiore partecipazione delle risorse private per rendere il sistema educativo più competitivo e allineato agli standard internazionali.