La Commissione Europea, in una risposta ricevuta a metà settembre, ha chiarito che, sebbene vi siano accordi con il governo italiano per la riforma del sistema di reclutamento scolastico, essa non ha competenze dirette per imporre assunzioni. Ha spiegato che la riforma prevista dal PNRR mira a ridurre l’uso dei contratti a tempo determinato, ma ha precisato che il diritto dell’UE lascia agli Stati membri la responsabilità di decidere le modalità di assunzione.
La Commissione ha ribadito che, pur obbligando gli Stati a prevenire l’abuso dei contratti a termine, non è specificato un metodo unico per farlo. “La decisione di convertire i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato spetta agli Stati membri”, ha affermato la Commissione, sottolineando che l’UE può solo sostenere e coordinare, senza sostituirsi alle competenze nazionali in materia di istruzione.
Giaccone ha quindi rivolto un appello al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, affinché il governo prenda in considerazione la situazione di migliaia di docenti idonei in attesa di assunzione. Ha chiesto una ricognizione delle necessità del sistema scolastico prima di bandire nuovi concorsi, sperando in una soluzione equa per i docenti precari.
Durante un recente Question Time alla Camera, la sottosegretaria Paola Frassinetti ha spiegato che non è stato possibile utilizzare tutti i 65.000 posti disponibili per le assunzioni a causa di vincoli imposti dal governo precedente con la Commissione Europea. Grazie a una maggiore flessibilità negoziata, il Ministero è riuscito a prorogare il target assunzionale fino al 2024-2026. Questo ha permesso l’assunzione di 6.000 docenti dai concorsi precedenti, ma ha anche previsto l’accantonamento di circa 19.000 posti per il concorso PNRR.
Frassinetti ha inoltre assicurato che il Ministro Valditara è impegnato nel confrontarsi nuovamente con la Commissione Europea per ottenere ulteriori margini di manovra nella riforma del reclutamento, al fine di rispondere meglio alle esigenze del sistema scolastico italiano e garantire la continuità didattica.