L’assegno sociale svolge un ruolo fondamentale nel determinare le quote pignorabili sul conto corrente. Le somme già depositate non possono essere pignorate se non superano il triplo dell’importo mensile dell’assegno, cioè 1.616,04 euro. Ad esempio:
Le mensilità successive accreditate sul conto sono pignorabili nella misura massima di un quinto. Tuttavia, per debiti verso l’Agenzia Entrate Riscossione, le quote scendono a un decimo per importi fino a 2.500 euro, un settimo per importi fino a 5.000 euro e un quinto oltre tale soglia.
Anche nel caso delle pensioni, l’assegno sociale definisce il limite impignorabile, noto come “minimo vitale“. Nel 2025, il minimo vitale si attesta a 1.077,36 euro. Le pensioni inferiori a questa cifra non possono subire alcun pignoramento. Per importi superiori, è possibile pignorare solo la parte eccedente il minimo vitale, con un limite massimo di un quinto. Ad esempio, una pensione di 1.200 euro è pignorabile solo per 122,64 euro mensili.
Conoscere i dettagli dell’assegno sociale aiuta a comprendere meglio i propri diritti e le protezioni economiche offerte dall’INPS.