Omettere di comunicare variazioni rilevanti come l’inizio di un’attività lavorativa, dimissioni volontarie o cambiamenti nella composizione del nucleo familiare può comportare la sospensione del pagamento. È fondamentale mantenere aggiornate le informazioni fornite all’INPS.
L’assegno di inclusione è destinato a famiglie con minori, anziani (oltre i 60 anni), persone con disabilità o in condizioni di svantaggio. La mancanza di questi componenti può portare alla revoca del beneficio.
I beneficiari tra i 18 e i 59 anni devono firmare un patto di attivazione per lavoro o formazione e partecipare attivamente alle iniziative previste. Il mancato rispetto di queste condizioni può portare alla sospensione dell’assegno di inclusione.
Queste misure sono state adottate per garantire che il beneficio vada solo a chi ne ha realmente diritto e per evitare abusi. Se la domanda viene respinta o il pagamento sospeso, è possibile correggere gli errori e presentare nuovamente la domanda, assicurandosi che tutte le informazioni siano corrette e complete.
L’ interruzione dell‘assegno di inclusione sarà attivo fino a quando non si risolve l’evento che ha causato la sospensione.
Viene applicata, ad esempio, quando i beneficiari non si presentano al primo appuntamento con i Servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale. Per le domande presentate fino al 29 febbraio 2024, questo termine decorre dalla comunicazione dell‘INPS ai Servizi sociali.
La cessazione definitiva del beneficio dal momento dell’evento causale.
Se applicata successivamente all’evento, l’INPS recupera le somme indebitamente percepite dal beneficiario fino all’ultimo pagamento.