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Assegno di inclusione, l’INPS lo sospende: ecco chi non ne avrà più diritto

L’INPS ha iniziato a sospendere l‘assegno di inclusione per vari motivi legati principalmente al mancato rispetto dei requisiti e alle irregolarità nelle dichiarazioni presentate, come indicato nel recente messaggio 2132/2024.

Questa sospensione riguarda singoli componenti del nucleo familiare che non hanno rispettato i requisiti, e comporta l’interruzione temporanea dell’erogazione del beneficio. In questo articolo spieghiamo alcune delle principali ragioni.

Sospensione dell’assegno di inclusione per errori nei dati forniti: residenza e cittadinanza non conformi

Molti beneficiari hanno visto respinta la loro domanda o sospeso il pagamento a causa di incongruenze tra i dati dichiarati nell’ISEE e quelli registrati dall’INPS o altre banche dati. È importante che le informazioni fornite siano esatte e aggiornate.

Per ottenere l’assegno di inclusione, è necessario essere residenti in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Inoltre, ci sono requisiti specifici di cittadinanza che devono essere rispettati.

Possesso di beni non ammessi e comunicazioni di variazione rivelanti

La presenza di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc immatricolati nei 36 mesi precedenti alla domanda può determinare la sospensione del beneficio. Lo stesso vale per altri beni durevoli non ammessi.

Omettere di comunicare variazioni rilevanti come l’inizio di un’attività lavorativa, dimissioni volontarie o cambiamenti nella composizione del nucleo familiare può comportare la sospensione del pagamento. È fondamentale mantenere aggiornate le informazioni fornite all’INPS.

L’assegno di inclusione è destinato a famiglie con minori, anziani (oltre i 60 anni), persone con disabilità o in condizioni di svantaggio. La mancanza di questi componenti può portare alla revoca del beneficio.

I beneficiari tra i 18 e i 59 anni devono firmare un patto di attivazione per lavoro o formazione e partecipare attivamente alle iniziative previste. Il mancato rispetto di queste condizioni può portare alla sospensione dell’assegno di inclusione.

Queste misure sono state adottate per garantire che il beneficio vada solo a chi ne ha realmente diritto e per evitare abusi. Se la domanda viene respinta o il pagamento sospeso, è possibile correggere gli errori e presentare nuovamente la domanda, assicurandosi che tutte le informazioni siano corrette e complete.

Tipologie di provvedimenti di sospensione e decadenza del diritto

L’ interruzione dell‘assegno di inclusione sarà attivo fino a quando non si risolve l’evento che ha causato la sospensione.

Viene applicata, ad esempio, quando i beneficiari non si presentano al primo appuntamento con i Servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale. Per le domande presentate fino al 29 febbraio 2024, questo termine decorre dalla comunicazione dell‘INPS ai Servizi sociali​.

La cessazione definitiva del beneficio dal momento dell’evento causale.

Se applicata successivamente all’evento, l’INPS recupera le somme indebitamente percepite dal beneficiario fino all’ultimo pagamento.

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