La mancata comunicazione entro i termini previsti comporta la sospensione dell’Assegno di Inclusione. L’INPS concede 3 mesi per regolarizzare la situazione. Se il beneficiario non adempie, l’assegno viene revocato definitivamente, e il richiedente rischia sanzioni più severe, inclusi risvolti penali. Per evitare queste conseguenze, è fondamentale rispettare le scadenze e utilizzare correttamente il modulo Adi-Com-Esteso.
Il reddito derivante da un’attività lavorativa non sempre comporta una riduzione dell’Assegno di Inclusione. Se il guadagno è inferiore a 3.000 euro annui, l’assegno rimane invariato. Superata questa soglia, l’INPS calcola l’importo eccedente per determinare l’eventuale riduzione o revoca dell’assegno. In questo modo, il sistema premia chi cerca di migliorare la propria situazione economica, mantenendo comunque un sostegno per le famiglie con redditi bassi.
Seguendo queste linee guida, i beneficiari dell’Assegno di Inclusione possono evitare sanzioni e garantire una corretta gestione del sostegno economico durante il periodo di attività lavorativa.