Per richiedere l’assegnazione provvisoria, è necessario soddisfare uno dei seguenti requisiti: ricongiungimento ai figli o agli affidati di minore età, ricongiungimento al convivente o al coniuge, gravi condizioni di salute certificate, o ricongiungimento al genitore.
Quest’anno, il Contratto Collettivo Integrativo che regola le assegnazioni provvisorie è riferito al periodo 2019-2022 e non è stato rinnovato. Dal 2022, il Ministero e i sindacati negoziano annualmente (tra maggio e giugno), con accordi spesso raggiunti all’ultimo minuto. Per il 2024, l’intesa è stata raggiunta il 27 giugno, e le domande sono state presentate tra l’11 e il 24 luglio. Tuttavia, i risultati sono ancora incerti, con il rischio che vengano pubblicati solo a fine agosto, lasciando ai docenti pochissimo tempo per prepararsi all’inizio dell’anno scolasticorischio che vengano pubblicati solo a fine agosto, lasciando ai docenti pochissimo tempo per prepararsi all’inizio dell’anno scolastico.
Inoltre, le assegnazioni provvisorie ritardano le nomine delle supplenze, creando ulteriore caos nelle segreterie scolastiche.
Quest’anno, per i neoassunti 2023-2024, è stato introdotto un vincolo triennale che vieta i trasferimenti. L’assegnazione provvisoria è stata limitata alla provincia di titolarità, con deroghe concesse solo in presenza di figli minori di 12 anni o per chi ha la qualifica di caregiver.
La richiesta di cambiare scuola non è un capriccio, ma spesso una necessità. Molti docenti, a causa dei concorsi regionali, hanno ottenuto un posto di ruolo lontano dalla propria residenza, dalla casa per cui pagano un mutuo, e dalle persone care. Nonostante si liberino posti più vicini a casa, non possono muoversi per tre anni, a differenza dei loro colleghi che fino al 2023 potevano farlo dopo l’anno di prova.
Il principio della continuità didattica è importante, ma non può prescindere dalle esigenze personali degli insegnanti. Un docente sereno e supportato è essenziale per un buon insegnamento. È inaccettabile che i docenti siano costretti a vivere in una situazione di costante instabilità, prima con le supplenze e poi con un ruolo che li intrappola.
Togliere improvvisamente la possibilità di avvicinamento ha messo in difficoltà migliaia di docenti. La scuola è una funzione essenziale della società, e non tutelare i docenti significa comprometterne il funzionamento. Il rispetto per i docenti, tanto promosso dal ministro Valditara, deve partire proprio dal Ministero.