Le risorse disponibili sono state impiegate per altre misure, tra cui la decontribuzione per i lavoratori con redditi inferiori a 35 mila euro lordi annui, includendo sia il settore pubblico che privato. Sebbene questa iniziativa abbia avuto un impatto positivo su un’ampia platea di lavoratori, il comparto Scuola è rimasto privo di aumenti strutturali.
Anche per chi è andato in pensione nel biennio 2022-2023, la situazione resta insoddisfacente. L’assenza di incrementi retributivi implica che non ci saranno arretrati sulla pensione, poiché il mancato adeguamento salariale non ha influenzato né la base pensionistica né il TFR (Trattamento di Fine Rapporto).
L’assenza di stanziamenti per il settore scolastico ha generato malcontento tra i lavoratori, che si sentono trascurati rispetto ad altre categorie. L’auspicio è che nei prossimi anni venga data maggiore attenzione al comparto, riconoscendo l’importanza del ruolo svolto da docenti e personale ATA per il futuro del Paese.