Il Tribunale di Torino, in sostanza, attraverso la sentenza n. 2287 del 20 settembre 2024, ha stabilito che la docente è stata ingiustamente svantaggiata dall’algoritmo in quanto avrebbe avuto tutto il diritto al completamento dell’orario lavorativo.
Per questa motivazione, il Ministero dell’Istruzione e del Merito è stato condannato a risarcirle €4.568,69 in retribuzioni perse, oltre agli interessi legali. La docente ricorrente, inoltre, ha ottenuto dal Giudice di Torino il riconoscimento di ulteriori €2.500 per la mancata erogazione della Carta Docente, diritto che avrebbe dovuto essere esteso anche ai docenti con contratti a tempo determinato.
La sentenza in oggetto, la prima in assoluto, ha ribadito il diritto della docente a ricevere la Carta Docente anche per le supplenze annuali, in linea con quanto stabilito dalla Cassazione nella sentenza n. 29961 del 27 ottobre 2023.
Questo caso rappresenta certamente un precedente importante per i diritti dei docenti supplenti che subiscono danni derivanti da errori tecnici dalle procedure per l’attribuzione delle supplenze annuali e per il sistema di assegnazione delle stesse.
Il caso evidenzia come le problematiche legate all’algoritmo per l’assegnazione delle supplenze possano avere un impatto significativo sulle condizioni lavorative dei docenti e come, in alcuni casi, sia necessario un intervento legale per ottenere giustizia.