La notizia dell’aggressione ha suscitato un’ondata di indignazione e di sdegno. Numerosi esponenti politici e sindacali hanno condannato l’accaduto, sottolineando la necessità di garantire la sicurezza degli insegnanti e di educare al rispetto delle regole e delle persone.
«Quello che è successo – dichiarano Borrelli e Agnello – è inaccettabile. Se un genitore ha delle critiche o ritiene che un qualsiasi docente non sia all’altezza del compito o usi metodi sbagliati o addirittura violenti, deve rivolgersi ai vertici scolastici e non recarsi a scuola e picchiare il docente pubblicando il tutto sui social. Sembra quasi che questo genitore abbia voluto vantarsi pubblicamente di essersi fatto giustizia da solo in modo violento. Siamo ormai alle barbarie».
Le conseguenze di questo atto violento si ripercuotono non solo sull’aggressore, ma anche sulla vittima. Il professore, oltre alle lesioni fisiche, potrebbe subire un profondo trauma psicologico, con ripercussioni sulla sua vita professionale, oltre che personale. Invece per l’aggressore le conseguenze potrebbero essere pesanti. Rischia infatti una condanna penale per lesioni personali e percosse. Inoltre, l’uomo potrebbe essere espulso in maniera permanente dai social network.
L’episodio di Portici ci invita a riflettere sulla necessità di educare al rispetto e alla non violenza. È fondamentale che le scuole, le famiglie e la società civile lavorino insieme per creare un ambiente educativo sicuro e accogliente, dove tutti possano sentirsi rispettati e protetti, cosi che episodi del genere non abbiano più a verificarsi.