Se la vittima risponde all’email, scatta la seconda fase. Il truffatore invia una nuova email apparentemente firmata da Enrico Maria Ruffini, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, ma ancora una volta l’indirizzo email utilizzato non è ufficiale. La comunicazione viene arricchita da loghi e riferimenti dell’Agenzia, cercando di apparire il più ufficiale possibile.
Il testo della seconda email aumenta il senso di urgenza, richiedendo un rapido riscontro e l’esame di un allegato pdf. Il documento presenta una “Proposta di definizione bonaria delle infrazioni”, con richieste di pagamento che possono raggiungere anche i 30.000 euro e che includono vantaggi per chi accetta l’accordo.
Se la vittima fornisce i propri dati personali, come richiesto nel file pdf, potrebbe ricevere ulteriori comunicazioni via telefono o SMS da falsi operatori dell’Agenzia delle Entrate. Il consiglio è di non fornire informazioni e di consultare un commercialista o un ufficio territoriale dell’Agenzia prima di prendere qualsiasi decisione.
L’Agenzia delle Entrate ha già disconosciuto questi messaggi e raccomanda di non cliccare su link sospetti, non fornire dati personali e non ricontattare i mittenti delle comunicazioni.