Attualmente, l’accisa sul diesel è di 0,617 euro al litro, mentre quella sulla benzina è di 0,728 euro. L’obiettivo del governo è arrivare a un valore intermedio per entrambi i carburanti, con un impatto diretto sui prezzi al consumo.
L’aumento delle accise su benzina e diesel rappresenta un tema delicato per l’opinione pubblica. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha ricordato le promesse passate della premier Giorgia Meloni contro l’eccessiva tassazione sui carburanti. Mentre Giorgetti insiste sulla necessità di mantenere la credibilità economica dell’Italia in Europa, il riallineamento delle accise continua a sollevare critiche.
L’impatto economico sarà notevole. Secondo alcune fonti, le famiglie italiane potrebbero affrontare un aumento annuo di circa 233 euro, considerando la dipendenza del trasporto su gomma. Federconsumatori prevede un impatto sui costi dei beni di largo consumo, trasportati principalmente su strada. Unem stima che l’aumento delle accise porterà a un incremento di 13,5 centesimi al litro sul diesel, con un impatto complessivo di circa 2 miliardi di euro annui per 26 milioni di famiglie.
Il settore dell’autotrasporto rimane particolarmente esposto all’aumento delle accise su diesel. Sebbene Giorgetti abbia ricordato che esistono agevolazioni per i camionisti, le associazioni di categoria come Unatras temono un aumento dei costi operativi, che renderebbe meno competitivi i trasportatori italiani rispetto agli altri Paesi europei. Paolo Uggè, presidente di Unatras, ha chiesto al governo di non penalizzare i piccoli trasportatori, che costituiscono metà del parco veicoli nazionale.
L’aumento delle accise su benzina e diesel potrebbe gravare pesantemente su famiglie e imprese nel 2025. Il governo dovrà bilanciare gli obblighi imposti dall’Unione Europea con la necessità di tutelare i cittadini più vulnerabili e le piccole imprese.