Un docente di religione ha ottenuto giustizia in tribunale dopo essere stato sottoposto per anni a contratti a tempo determinato, in violazione dei diritti sul lavoro scolastico. La sentenza del giudice del lavoro ha condannato il Ministero dell’Istruzione al pagamento di 27mila euro di risarcimento, oltre alle spese legali. Questo caso (l’ennesimo ad onore del vero) rappresenta un importante precedente nella lotta contro l’abuso del precariato scolastico in Italia.
Abuso di precariato: gli IRC e il loro lungo percorso senza stabilizzazione
La vicenda riguarda un insegnante di religione della Romagna, oggi 41enne, che per otto anni consecutivi ha lavorato come supplente nello stesso istituto scolastico con contratti annuali da 12 mesi. Ogni settembre era costretto a firmare un nuovo contratto per continuare a insegnare, con la consapevolezza che a fine agosto il rapporto di lavoro sarebbe terminato. Una situazione di precarietà lavorativa perpetua, aggravata dalla mancanza di concorsi pubblici per il suo ruolo specifico.
La reiterazione dei contratti a termine, consentita per legge solo per un massimo di 36 mesi consecutivi, è durata ben otto anni. Questo abuso ha spinto l’insegnante a ricorrere al tribunale, che ha riconosciuto l’illegittimità della precarizzazione e la violazione dei diritti del lavoratore.
Il ruolo determinante della stabilità nell’istituto
Sebbene i primi nove anni della carriera del docente fossero stati caratterizzati da trasferimenti tra scuole diverse, negli ultimi otto l’insegnante ha lavorato stabilmente nello stesso istituto scolastico. Questo elemento è stato cruciale per il giudice: la legge prevede infatti che, in caso di continuità lavorativa nello stesso istituto, il docente debba essere stabilizzato e non sottoposto a continui contratti a termine.
Il tribunale di Rimini ha così ritenuto ingiustificabile la reiterazione dei contratti annuali per un periodo così prolungato, sottolineando che la pratica violava i principi giuridici che regolano il lavoro scolastico a tempo determinato.
Una sentenza che apre la strada ad altri ricorsi contro l’abuso di precariato
La decisione ha confermato che il docente ha subito una “illegittima precarizzazione” del rapporto di lavoro, riconoscendo non solo il risarcimento economico ma anche la responsabilità del Ministero nel mantenere una pratica contraria alla normativa. Questa sentenza, definita storica, potrebbe rappresentare un importante punto di riferimento per altri precari scolastici che vivono situazioni analoghe.
Il risarcimento di 27mila euro, equivalente a dodici mensilità dell’ultimo stipendio del docente, e il pagamento delle spese legali da parte del Ministero, sottolineano la gravità dell’abuso. Per molti, questo caso rappresenta una speranza concreta di ottenere giustizia e di mettere fine a una prassi che penalizza la sicurezza lavorativa di migliaia di insegnanti in Italia.
Segui i canali social di Scuolalink.it
- News e aggiornamenti in tempo reale: Google News, WhatsApp, Telegram e Instagram
- Segui la Pagina Facebook di Scuolalink.it
- Iscriviti sul Gruppo Facebook Scuolalink.it PERSONALE ATA
- Iscriviti sul Gruppo Facebook NoiPA, news e info sui servizi del personale della Pubblica Amministrazione
© Copyright Scuolalink.it - Riproduzione Riservata